Il nostro appello

L'APPELLO
Ipocrita chi si stupisce su quanto sta affiorando dalle inchieste sull'associazione di tipo mafioso (416-bis) e sul potere che ha esercitato nel controllo del territorio romano, in particolare sulla gestione delle Risorse pubbliche come il Litorale, con le sue spiagge, ma non solo. Irresponsabile chi sostiene che l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia “restituisce normalità al nostro Litorale” ed è ora di passare al "fare" in nome dello sviluppo e della crisi.
Spetta agli organi inquirenti far luce sulle responsabilità penali e civili, sui legami, sulle complicità e sulle connivenze che hanno permesso che ciò si realizzasse, ma questo non può e non deve eludere una approfondita riflessione, un'analisi che veda impegnati e partecipi tutte/i noi, per cercare di far luce e chiarezza sulle pesanti responsabilità politiche e amministrative che nel corso di questi anni hanno permesso tutto ciò, favorendo interessi leciti e no, ma, soprattutto, permettendo che un Patrimonio, un Bene e una Risorsa Pubblica finissero ostaggio di interessi, non solo criminali, ma dominio dei pochi. Omertoso dunque il silenzio di queste settimane da parte dell’Amministrazione locale e della gran parte della società civile.
Prima del “fare”, bisogna garantire che quel “fare” sia libero da ogni legame con i professionisti della mafia e dell’antimafia. Non è più tollerabile rimandare il confronto sui temi della lotta alle mafie, i diritti e gli strumenti legislativi, la questione deontologica e morale. Le mafie controllano il Litorale anche della Capitale d’Italia. Non sono solo delle infiltrazioni, ma 'signorie territoriali', che dominano e saccheggiano il territorio, i fatti economici e i rapporti interpersonali. Le mafie sul Litorale romano ci sono perché il contesto politico/imprenditoriale/sociale è ospitale al loro insediamento e al loro sviluppo. Combatterla significa sviluppare un’azione seria e coerente a livello istituzionale che spezzi il legame tra mafia, politica e istituzioni tutte.
Per questa ragione, poiché le indagini della DDA hanno portato alla luce legami criminali tra enti, istituzioni e mafie, chiediamo con forza che si sospendano:

1) Il raddoppio del Porto di Roma costo 80 milioni di euro
2) La sostituzione del Ponte 2 Giugno a Fiumicino con un 'sottopasso', costo di 35 milioni di euro
3) I decreti attuativi del Distretto Turistico Balneare a burocrazia zero

affinché non si ripetano interventi come quelli attuati negli ultimi 10 anni sul territorio con conseguenze devastanti per il suo sviluppo e la sua crescita economica, sociale e culturale e che hanno consentito il radicamento della criminalità organizzata di stampo mafioso.

Roma, Ostia - Agosto 2013

"La mafia uccide, il silenzio pure" (P. Impastato)

CHI SIAMO
Storie, percorsi, culture e identità diverse, anche lontane tra loro, rivendicano il diritto a riappropriarsi di uno spazio in un confronto pubblico.

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