Le strutture dello stabilimento Village costituiscono
un'eccellenza sul Litorale. Dopo il sequestro avvenuto nel 2013, il Comune di
Roma, ma più propriamente il Municipio X, avrebbe dovuto non solo tutelare il
bene, ma garantirne soprattutto l’uso sociale, come previsto dalla Delibera di
Giunta Capitolina nr.311 del 24/10/2014 [1]. La Delibera, promossa dall'ex
vice-sindaco Luigi Nieri, è stata completamente disattesa nei contenuti
dall'Assessore alla Legalità e ai Beni Confiscati alla Mafia, Alfonso Sabella,
insediatosi al Comune di Roma il 23 dicembre 2014, e dal 29 aprile 2015 all'8
settembre 2015 anche "delegato all'esercizio sostitutivo delle funzioni
amministrative di Presidente del Municipio Roma X". Mentre era concentrato
a portare avanti sul Litorale “le ruspe della legalità” nel nome dell’antimafia,
con l’obiettivo di restituire ai cittadini ciò che la criminalità e la cattiva
politica avevano tolto, si ‘distrae’ inspiegabilmente sull’unico caso di
sequestro e poi confisca per mafia ad Ostia. Addirittura non dispone nemmeno la
decadenza della concessione del Village in autotutela, cosa singolare per un “mafia
hunter”.
Dopo la nostra denuncia pubblica sulla irregolarità con cui il Municipio X ha
autorizzato l’Hesperia srl a condurre lo stabilimento Village [2], il 21 marzo scorso
è saltata la sua inaugurazione ufficialmente per “mancanza di documenti”. Il
Municipio X, guidato da una Commissione Prefettizia, ha preso atto che la
procedura di assegnazione del Village, nata sotto Sabella, non era regolare.
A confermarlo è anche Stefano Cenci di Unindustria: "Seguo il progetto di
riapertura del Village dal 6 maggio 2014 ed ho supportato i colleghi che per i
prossimi 3 anni hanno, dopo una scrupolosa selezione che le amministrazioni
competenti hanno effettuato, la responsabilità di riaprire questo stabilimento.
Tale riapertura è avvenuta nel rispetto delle regole, che ripeto, sono state
definite dalle leggi in materia e applicate dalle Autorità competenti". I
'colleghi', cui si riferisce Stefano Cenci, proprietari dell'Hesperia srl, sono
Lucio Fabi e Filippo Penelaggi, quest'ultimo consigliere della Inmatica Spa, società
di cui Stefano Cenci era amministratore delegato e socio dal 1989 al 1996
(anche il sito web http://www.ostiavillage.it/ è stato realizzato dalla
Inmatica SpA). Per l'Hesperia srl il Village è un vero e proprio colpaccio:
prende in affitto per tre anni tutta la struttura (bar, pizzeria, yogurtheria,
ristorante, spiaggia e servizi) all'irrisoria cifra di 10.000 euro al mese!
Ma qualcosa non torna. Il Village è stato confiscato il 30 gennaio 2015 [3]. Perché
allora Cenci afferma che segue "il progetto di riapertura del Village dal
6 maggio 2014", cioè quando ancora risultava solo sequestrato? Ricordiamo
che in data 10 marzo 2014 è stato sottoscritto un "Protocollo d'intesa per
la gestione dei beni sequestrati e confiscati" tra il Tribunale di Roma,
Unindustria ed altri soggetti. Il protocollo prevedeva l'impegno di Unindustria
a rendere "disponibile tutto il patrimonio di conoscenze e competenze sviluppato
nell'ambito della propria attività" ai fini di superare, affiancando
l'amministratore giudiziario, "le molteplici problematiche connesse alla
gestione dei beni sequestrati", soprattutto quelle relative al profilo
occupazionale. Invece nulla di tutto questo si è realizzato perché durante la
fase di sequestro, avvenuto a luglio 2013, nessuno si è interessato del
Village, che è stato lasciato in abbandono. Solo dopo la sentenza provvisoria
di confisca (30 gennaio 2015) e la nomina del dr. Massimo Iannuzzi a Coadiutore
dell'ANBSC, si è mossa Unindustria non mettendo però a disposizione le proprie
competenze alla società vincitrice di una “scrupolosa selezione”, come previsto
dal protocollo, ma segnalando direttamente al Tribunale di Roma una società di
suo gradimento, l'Hesperia srl appunto, costituitasi solo 2 mesi prima dell'assegnazione.
Persino l'Assessore alla Legalità della Regione Lazio, Concettina Ciminiello, aveva
ribadito che il protocollo firmato il 10 Marzo 2014 prevedeva l’uso sociale dei
beni sequestrati e confiscati alle mafie. Il protocollo era stato promosso addirittura
dal Presidente della Terza Sezione Penale del Tribunale di Roma, Guglielmo
Muntoni, che già in data 11 marzo 2014, in Commissione parlamentare antimafia,
aveva lamentato come il Tribunale di Roma stava gestendo un numero spropositato
di immobili. Secondo i dati del sistema Sippi (Sistema informativo prefetture e
procure d'Italia)infatti, risultavano al momento ben 1.052 immobili, 476
aziende, 362 veicoli e varie imbarcazioni. Insomma, un grande ‘business’.
Stefano Cenci però non è soltanto l'artefice della discussa assegnazione alla
Hesperia srl dello stabilimento Village, confiscato in via provvisoria ai Fasciani
il 30 gennaio 2015, ma è anche delegato di Unindustria per l'Autorità portuale
di Civitavecchia, Presidente della sede Unindustria di Civitavecchia e
promotore de "la trasformazione di 127 ettari di terreni oggi agricoli in
un’area al servizio del porto dove allocare insediamenti per attività
produttive e legate ai traffici portuali". Ma gli affari di Unindustria
sul Litorale laziale sono ancora più grandi. In ballo infatti c’è l’ampliamento
dello scalo crocieristico e la costruzione di un nuovo terminal container nel
porto di Civitavecchia, la realizzazione di un’area franca nel retroporto,
l’avvio di un district-park e di nuovi collegamenti ferroviari, un nuovo porto
commerciale a Fiumicino oltre agli interventi di ampliamento della banchina e
dragaggi per lo scalo di Gaeta. "Tutte opere che Unindustria, sotto la
guida del presidente Maurizio Stirpe, ha sostenuto, anche a livello
governativo, collaborando sia con
l’Autorità portuale di Civitavecchia, guidata da Pasqualino Monti, sia con la
Regione Lazio", per un giro di affari di oltre 1,3 miliardi di euro.
Dunque, l’uso sociale dei beni confiscati non può cadere per legge nella mani
di soggetti che operano speculazioni finanziarie e che sono in grado di ‘forzare’
con il loro peso lobbistico le scelte delle amministrazioni a loro vantaggio. E
fa specie che ciò sia avvenuto proprio ad Ostia, oggi commissariata per Mafia, con
l’illustre ‘distrazione’ di un noto magistrato come Alfonso Sabella, che si era
però già ‘distratto’ durante le torture avvenute al G8 di Genova presso la
Bolzaneto.
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[1] "Approvazione degli indirizzi per l'affidamento
in concessione attraverso procedure di evidenza pubblica dei beni di proprietà
di Roma Capitale acquisiti ai sensi del Decreto Legislativo n. 159 del 6
settembre 2011 "Codice delle leggi antimafia e delle misure di
prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia,
a norma degli articoli 1 e 2 della legge 13 agosto 2010, n. 136".
[2] LINK:
OSTIA, MAFIA: AL VILLAGE IL PREMIO ‘FACCIAMO COME CI PARE’.
[3] Procedimento penale n.54911/12 R.G.N.R. - 14008/13
R.G. G.I.P. sentenza n.6846/15 depositata in data 27 aprile 2015.