sabato 21 settembre 2013
OSTIA, FLASH MOB CONTRO LE MAFIE
"Oggi chiamiamo in uno dei più popolosi quartieri della Capitale i Cittadini romani a manifestare contro le mafie di casa loro. Oggi chiederemo perché i "famosi" ed i vip dell'antimafia di stato e di partito del Paese e gran parte della classe politica romana siano rimasti in silenzio ed abbiano permesso che 10 anni fa venisse messa in condizione di non operare la squadra di investigatori che scopri i rapporti tra le mafie militari di Roma e pezzi della politica e della finanza collusi o facenti parte del sistema mafia-corruzione. Oggi continueremo a dimostrare che l'antimafia si fa tra i Cittadini perché le mafie sono tra la gente ed è li che bisogna spostare l'azione di contrasto perché, come recita la costituzione:.. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. E se questo potere non ritorna al Popolo , ai Cittadini, non serviranno certo pseudo esperti o imbonitori politicanti o eserciti della salvezza ad eliminare i mafiosi ed i corrotti. Le mafie si battono con piu' democrazia. Perniciose illusioni le chiamava Paolo Borsellino le vittorie militari contro la mafia se non seguite da processi culturali e politici capaci di eleminare i contesti mafiosi. Serve controllo e responsabilità delle Persone. Per battere le mafie e la corruzione serve più partecipazione e controllo dei Cittadini. Oggi ad Ostia continuiamo con questa strategia che sappiamo dare fastidio ma che sta dando risultati!"
(Antonio Turri - Presidente de I Cittadini contro le Mafie e la Corruzione, 21 settembre 2013)
"I Cittadini contro le mafie e la corruzione" ha organizzato, in collaborazione con i Cittadini del Municipio X, un flash mob in Piazza Anco Marzio ad Ostia, per sabato 21 settembre 2013 dalle 18 alle 18 e 30.
Verranno letti un brano tratto da un libro sul Giudice Giovanni Falcone, frasi del giudice Paolo Borsellino e una parte di inchiesta dal titolo “Ostia assediata dai Clan. Ma sulla mafia cala l’omertà", dei giornalisti del quotidiano ‘La Repubblica’ Federica Angeli e Carlo Bonini. L’obiettivo è quello di richiamare l’attenzione sul pericolo rappresentato dalle contaminazioni mafiose del territorio romano. Luna Nuova aderisce all’iniziativa promossa da 'I Cittadini contro le mafie e la corruzione', a cui parteciperanno anche giornalisti.
Ricordiamo che il 26 luglio scorso, per la prima volta a Roma, è stato contestato il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416-bis c.p.), ma già 10 anni fa lo si sarebbe potuto fare. Qualcuno però bloccò l'indagine. Dinanzi al perpetrarsi del silenzio assordante da parte della classe politica anche di fronte a notizie molto gravi riportate su La Repubblica (LINK) e su Notte Criminale (LINK) nei giorni scorsi, l’Appello di Luna Nuova mostra tutta la sua urgenza, perché quanto sta emergendo con le inchieste e le indagini non è solo una questione che attiene al giudizio degli organi inquirenti preposti a indagare e ad accertare un sistema e un potere criminoso.
Quello che sta emergendo infatti è un sistema che ha visto e vede relazioni più complesse e articolate dove parti delle istituzioni, delle forze politiche e di molti dei loro rappresentanti non potevano non sapere. Se si è potuto esercitare un controllo così profondo sulle risorse, sui beni, condizionando e influenzando le scelte e lo stesso sviluppo di un Territorio è grazie all’ inerzia, alle complicità e alle connivenze di un intero sistema di potere e nessuno, al di là delle responsabilità penali che potranno emergere dalle indagini, è immune da quel “giudizio politico” che appartiene ad ogni donna e ad ogni uomo in modo indipendente e libero.
A differenza di quanto riportato da qualcuno sui giornali erroneamente, l’Appello di Luna Nuova, che qui riportiamo integralmente, non rappresenta la posizione di Stefano Salvemme, ma di oltre 386 cittadini che lo hanno sottoscritto sino ad oggi. Sarà possibile aderire all’appello anche durante il flash mob del 21 settembre, o tutti i giorni al seguente LINK o presso Approdo alla Lettura sul Pontile di Ostia.
Per ulteriori informazioni:
info@icittadini.it
ostia416bis@libero.it
L'APPELLO
E’ un'ipocrisia stupirsi in merito a quanto sta affiorando dalle inchieste sull'associazione di carattere mafioso (art. 416-bis c.p.) e sul potere che ha esercitato nel "controllo del territorio" romano, ed in particolare sulla gestione delle Risorse pubbliche sul Litorale, con le sue spiagge, ma non solo. E’ irresponsabile sostenere che l’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) “restituisce normalità al nostro Litorale” ed “è ora di passare al ‘fare’ in nome dello sviluppo e della crisi”. Certamente spetta agli organi inquirenti far luce sulle responsabilità penali e civili, sui legami, sulle complicità e sulle connivenze che hanno permesso che ciò si realizzasse, ma questo non può e non deve eludere un’approfondita riflessione, un'analisi delle cause, delle ragioni di fondo che le hanno determinate e dei processi che muovono, e che veda impegnati e partecipi coloro che vogliono far luce sulle pesanti responsabilità politiche e amministrative che nel corso di questi anni hanno permesso tutto ciò, favorendo interessi leciti e non, ma soprattutto, permettendo che un Patrimonio, un Bene e delle Risorse Pubbliche finissero ostaggio di interessi, non solo criminali, ma di pochi, spesso i “soliti noti”. Qualcuno deve spiegare ‘chi’ non ha voluto contestare il reato di associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416-bis c.p.) e ‘perché’ ha preferito bloccare le indagini dei sette poliziotti di Polaria e Mobile (La Repubblica, di Federica Angeli, 28/07/2013 - LINK).
Rischia, quindi, d'essere complice e omertoso il silenzio di queste settimane da parte delle Amministrazioni locali – Municipio, Comune, Regione - e della “ classe politica”.
Se le Istituzioni non sono indipendenti dagli interessi privatistici e dalle pressioni malavitose, la politica viene svuotata del suo ruolo di rappresentanza e rappresentatività. Il grado di omertà politica si misura anche nel progressivo occultamento dei luoghi decisionali, dalla cancellazione della partecipazione attiva della cittadinanza, nella non definizione e/o nel mancato rispetto di un “ sistema di regole”, dalla mancata trasparenza nei procedimenti amministrativi di assegnazione di Bandi e Concessioni.
Prima del “fare”, bisogna garantire che quel “fare” sia libero da ogni legame con i professionisti della mafia e dell’antimafia di facciata.
Non è più tollerabile rimandare il confronto sui temi della lotta alle mafie, i diritti e gli strumenti legislativi, la questione deontologica e morale. Le mafie controllano il Litorale anche della Capitale d’Italia. Non sono solo delle infiltrazioni, ma “signorie territoriali”, che dominano, saccheggiano, inquinano e deturpano il territorio, condizionando i fatti economici, i rapporti e il sistema delle relazioni umane e sociali. Le mafie sul Litorale romano ci sono perché il contesto politico/imprenditoriale/sociale è ospitale al loro insediamento e al loro sviluppo. Combatterla significa sviluppare un’azione seria e coerente a livello istituzionale che spezzi il legame tra mafia, mala politica e Istituzioni tutte.
E' necessario dunque ridefinire uno spazio pubblico di confronto e di discussione. Per questa ragione, poiché le indagini della DDA hanno portato alla luce legami criminali tra enti, istituzioni e mafie, chiediamo con forza la SOSPENSIONE de:
1. Il raddoppio del Porto di Roma costo 80 milioni di euro
2. La sostituzione del Ponte 2 Giugno a Fiumicino con un “sottopasso”, costo di 35 milioni di euro
3. I decreti attuativi del Distretto Turistico Balneare a burocrazia zero
affinché non si ripetano interventi come quelli attuati negli ultimi 10 anni sul territorio, con conseguenze devastanti per il suo sviluppo e la sua crescita economica, sociale e culturale, e che hanno consentito il radicamento della criminalità organizzata di stampo mafioso.
IL SERVIZIO DI CANALE 10 DI FAUSTO TROMBETTA
FLASH MOB, IL VIDEO DI LUNA NUOVA
"La mafia uccide, il silenzio pure" (P. Impastato)
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