domenica 13 agosto 2017

CASO SAGUTO E LA RETE DI MAGISTRATI

Dopo l'estate inizierà a Caltanissetta il processo per gli illeciti accaduti nella gestione della sezione misure di prevenzione di Palermo, sezione che si interessa di sequestri e confische (della mafia e non). Deciderà il GUP.
La sezione era al tempo dei fatti  (2015) presieduta da Silvana Saguto, magistrato ora imputato di corruzione. Assieme a lei, imputati anche il marito, il padre e un figlio del magistrato, l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, amministratori giudiziari, un colonnello della Dia e i giudici Lorenzo Chiaramonte, Tommaso Virga e Fabio Licata.

Coinvolto nella vicenda, ma neppure indagato, anche Guglielmo Muntoni, il magistrato che ricopre dal 9 ottobre 2013 la carica di Presidente della Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma (Terza Sezione Penale, dove in pratica si gestiscono i beni sequestrati). In pratica lo stesso ruolo della Saguto ma a Roma. Di Muntoni si è già parlato per i fatti di Ostia (1) così come per l'inchiesta disciplinare del CSM nei suoi confronti (2) e per il non previsto dissequestro dei beni del clan  Pagnozzi in 'Camorra Capitale' (3).

In attesa degli sviluppi del processo penale contro la Saguto e del procedimento disciplinare contro Muntoni, vogliamo riportare un brano tratto dal decreto di sequestro dei beni della Saguto in cui viene fuori il nome di Claudio Castelli, noto alle cronache per essere stato un esponente di primo piano della corrente di Magistratura Democratica (il sindacato di sinistra dei magistrati), della quale è stato per alcuni anni anche segretario nazionale. Oggi Castelli è il presidente della Corte d'Appello di Brescia e da tutti viene definito "un grande organizzatore". In pratica, da questo brano, si percepisce una forte rete di conoscenze che dovrebbe esser chiarita: possibile che in ambienti così alti nessuno avesse conoscenza di cosa stesse accadendo a Palermo?
Gli inquirenti hanno ricostruito quello che definiscono come un gigantesco cerchio magico fatto di favori, regalie prebende nell’amministrazione delle ricchezze sottratte ai boss. "I magistrati antimafia che rubano i beni della mafia".

in data 14/09/2015, Saguto Silvana contatta Muntoni Guglielmo dicendo che il CSM ha aperto un procedimento e che ha bisogno di un “difensore”. Quindi, la Saguto chiede al suo interlocutore se voglia farlo lui ma Muntoni risponde negativamente e che si confronterà con Pignatone Giuseppe. Poi, Muntoni suggerisce il nome di “Claudio Castelli’, Saguto dice di non conoscerlo e Muntoni precisa “quello di Milano ex segretario di M.D., dirigente del ministero… un grande organizzatore e soprattutto è un difensore… ha vinto tutte le cause”. Nel corso della telefonata, Muntoni dice “ho fatto una telefonata a Fabio” (Licata, ndr) poiché lo aveva “sentito scosso”. Quindi, Muntoni continua dicendo che ha sentito anche “Giovanbattista” (Tona,ndr) e che anche lui era “avvilito” come anche “Giuliana” (Merola, ndr). […]

(1) http://schiavoneandrea.blogspot.it/2017/06/ostia-chi-e-il-giudice-guglielmo-muntoni.html?m=1
(2) http://schiavoneandrea.blogspot.it/2017/07/a-ostia-e-roma-rimane-solo-lantimafia.html?m=1
(3) https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=1081650375267997&substory_index=0&id=398246343608407

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