giovedì 7 luglio 2016

MAFIA CAPITALE. OSTIA E IL CONTROLO DEL PD NELLE POLITICHE SOCIALI

Lunedì 20 ottobre 2014, Fabrizio Testa insieme ad Angeo Scozzafava si incontrano davanti ai locali del Municipio X. Scozzafava in quel periodo è l'uomo vincente per Buzzi e Carminati. Proprio in quei giorni avveniva l'aggiudicazione del maxi-bando regionale da 91 milioni di euro per l'assegnazione del CUP, dove Scozzafava (per intercessione di Maurizio Venafro, ex-capo di gabinetto di Zingaretti) era stato forzato nella commissione aggiudicatrice. Scozzafava è stato ritenuto dagli investigatori «abituale interlocutore dell'organizzazione all'interno delle istituzioni» ed infatti, sotto la sua abile regia, parte del bando del CUP andrà nelle mani della cricca tanto che Buzzi affermerà: "... sono tornato adesso, abbiamo vinto il terzo lotto: grande vittoria!".
Ma torniamo a quel pomeriggio del 20 ottobre 2014. Dopo alcuni minuti passati a chiacchierare con Cristiano Rasi (a quel tempo, capogruppo PdL), alle 16:24 Testa e Scozzafava entrano in municipio per vedersi con Andrea Tassone (PD). Il giorno dopo Testa, parlando al telefono con Salvatore Buzzi, riferisce che l'incontro tra Tassone e Scozzafava ("l'amico nostro") era andato "molto, molto bene".
Tassone in quei giorni avrebbe dovuto gestire lo scandalo del centro Alzheimer all'Infernetto ("Le Betulle", in via Salorno) dove erano stati portati in gran segreto dei giovani migranti, suscitando l'ira dei residenti. Tassone avrebbe anche dovuto in quei giorni occuparsi del bando da 1,5 milioni di euro per l'Assistenza Educativa Culturale (AEC), partito in forte ritardo e rivelatosi di recente un pieno scandalo. Invece no, Tassone si incontra con l'uomo chiave degli appalti in ambito sociale, pronto, evidentemente (considerato l'entusiasmo espresso da Testa) a 'collaborare' con lui alla prima occasione utile. Del resto alle politiche sociali Tassone aveva scelto come assessore Emanuela Droghei, moglie di Francesco D'Ausilio, ex-capogruppo PD capitolino, di recente indagato per lo scandalo dei campi ROM. Neppure è un caso che uno dei tre lotti del bando AEC sopra richiamato fu vinto dalla Virtus che era «ospitata» nella sede dell’associazione di Giovanni Zannola (PD), a quel tempo presidente della commissione servizi sociali de Municipio. La Virtus finirà anche per essere 'citata' dentro le pagine di Mafia Capitale. E che dire del funzionario amministrativo, Giovanni Pastorelli, sempre indicato negli ultimi due anni come responsabile del procedimento per i bandi nel campo sociale, compreso quello dell'AEC? Non ha mai visto nulla di irregolare?
Un mondo oscuro, segreto, gestito dal PD fino alle dimissioni di Tassone e al successivo arresto.
A breve riveleremo quale trama si stesse tessendo con l'arrivo di Scozzafava.