lunedì 7 settembre 2015

OSTIA MAFIOSA? IL PASTICCIO DI GABRIELLI

Il 27 agosto 2015 il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, ha proposto lo scioglimento del Municipio X di Roma (Ostia) conseguentemente a fenomeni di infiltrazione e di condizionamento di tipo mafioso, ottenendo l'approvazione del Consiglio dei Ministri. A seguito di ciò, secondo l'articolo 2 comma 30 della legge n.94 del 15 luglio 2009, lo scioglimento, disposto con Decreto del Presidente della Repubblica, dovrà essere pubblicato nella Gazzetta Ufficiale, allegando la proposta del Ministro dell'Interno e la relazione del Prefetto, salvo che il Consiglio dei Ministri disponga di mantenere la riservatezza su parti della proposta o della relazione nei casi in cui lo ritenga strettamente necessario.
In attesa della dovuta pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, è certo che lo scioglimento del Municipio X di Roma deriva dalle indagini su 'Mafia Capitale'. Infatti dopo che il 2 dicembre 2014 'Mafia Capitale' (organizzazione criminale di tipo mafioso-politico-imprenditoriale) è finita sotto l'operazione Mondo di Mezzo, il 15 dicembre 2014 il Prefetto di Roma, Giuseppe Pecoraro, ha nominato la Commissione d’indagine incaricata dell’attività di accesso e accertamento presso il Comune di Roma Capitale, ai sensi dell’art. 143 del Testo unico degli enti locali, composta dal prefetto Marilisa Magno, dal viceprefetto Enza Caporale e da Massimiliano Bardani, dirigente di II fascia del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Il 15 giugno 2015 è stata depositata la relazione con le conclusioni espresse dalla Commissione di accesso e il 7 luglio 2015 si è tenuta la seduta fiume presso Palazzo Valentini dove il Prefetto di Roma ha illustrato le conclusioni al Comitato per l'Ordine e la Sicurezza. Infine, in data 8 luglio 2015 è pervenuta ad Alfano la relazione di Gabrielli in cui si evidenziava di sciogliere il Municipio di Ostia e si segnalavano sospetti sulle attività di molti dirigenti capitolini, alcuni ancora non coinvolti dalle indagini della Procura.
Per quanto riguarda il Municipio X, il mini-sindaco Andrea Tassone (PD), è risultato essere coinvolto in prima persona negli affari con Massimo Carminati e con il suo braccio destro, Salvatore Buzzi. Non solo, ma Tassone è risultato essere circondato da personaggi come Paolo Solvi e Fabrizio Testa (che hanno fatto parte, in tempi recenti, degli organi amministrativi dello stesso municipio) nel ruolo di 'faccendieri' e mediatori rispetto alla criminalità organizzata. Proprio l'assegnazione degli appalti a favore di Carminati e Buzzi ha finito per rappresentare una esplicita violazione del principio di imparzialità che dovrebbe distinguere l'azione amministrativa. Gli elementi risultano essere concreti, unici e rilevanti. Secondo le motivazioni alla base dello scioglimento, la giunta Tassone ha avuto collegamenti diretti e/o indiretti con la criminalità organizzata e ha subito forme di condizionamento tali da compromettere la libera determinazione degli organi elettivi e il buon andamento dell'amministrazione municipale, nonché il regolare funzionamento dei servizi agli stessi affidati arrecando "grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica". Sia il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, sia il Prefetto di Roma, Franco Gabrielli, hanno utilizzato il loro potere discrezionale, attribuito per legge, distinguendo l'amministrazione comunale di Roma da quella municipale di Ostia con l'applicazione dell'articolo 146 comma 1 del TUEL (Testo Unico degli Enti Locali).
Il Municipio di Ostia era già stato sciolto in data 9 aprile 2015 in applicazione del regolamento del Comune di Roma a seguito delle dimissioni di Tassone, dovute, a suo dire e di tutto il PD, a forti pressioni mafiose provenienti dal territorio, considerazione confermata dallo stesso Sindaco di Roma, Ignazio Marino: "È un gesto drammatico che segnala quanto grave sia diventata la situazione e che pone la nostra amministrazione davanti a nuove responsabilità nel contrasto alle organizzazioni criminali". In realtà la Commissione d'accesso prefettizia aveva già individuato forti anomalie nell'operato di Tassone (che verrà arrestato il 4 giugno), confermate anche da Franco Gabrielli, nuovo Prefetto di Roma dal 2 aprile 2015. Quindi, per il Ministro dell'Interno e per il Prefetto Ostia, alla data del 9 Aprile, non era un ente locale a sé stante da dover commissariare per il "grave e perdurante pregiudizio per lo stato della sicurezza pubblica", ma parte integrante del Comune di Roma, tanto da consentire prima al Sindaco di Roma e poi al suo delegato, Alfonso Sabella, di prendere le veci di Tassone nonché alla Giunta Comunale quelle del Consiglio municipale. Dunque nasce un interrogativo.
Se il municipio alla data del 9 aprile era già stato sciolto senza aver rilevato infiltrazioni mafiose, deve desumersi che non solo il Ministro e il Prefetto non fossero a conoscenza delle indagini della Procura di Roma (che porteranno agli arresti del 4 giugno), ma anche che la Commissione d'accesso prefettizia non avesse rilevato alcuna azione criminale condotta da Tassone, emersa invece negli ultimi due mesi post Tassone (la relazione è stata depositata il 15 giugno). Da sottolineare che l'arresto del mini sindaco del 4 giugno riporta, nella motivazione delle misure cautelari, la frase che Tassone doveva essere arrestato perché avrebbe potuto reiterare i reati essendo ancora presidente del municipio, facendo intendere che le dimissioni di Tassone sono state  'forzate' proprio per evitare subito il commissariamento del Municipio X. Se così non fosse, lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del Municipio X deve tecnicamente riferirsi agli organi politici che, dalla data del 9 aprile alla data del 27 agosto, erano a capo dell'amministrazione locale, vale a dire Marino e poi Sabella (come presidenza) e l'intera Giunta Comunale (facente le veci del Consiglio municipale). Se invece la relazione di Gabrielli proverà che le infiltrazioni si riferiscono solo al periodo di governo di Tassone, bisognerà comprendere quali elementi si siano aggiunti dal 9 aprile al 27 agosto, perché sarebbe grave il fatto che si sia consentito di lasciare indisturbate per due mesi le 'infiltrazioni mafiose' quando invece la Procura aveva già chiesto gli arresti di Tassone prima del 18 marzo, data delle dimissioni di Tassone, considerato che Roma ed Ostia sono stati interpretati come due enti locali distinti ai sensi dell'articolo 146 del TUEL.
Per questo motivo, poiché sia lo scioglimento di un ente locale come il Municipio X sia la nomina della Commissione Prefettizia sono un atto definitivo per la gestione straordinaria dell'amministrazione dello stesso (disposto con decreto del Presidente della Repubblica), ci opporremo a quanto accaduto con un ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.

Esiste infatti, a nostro avviso, un vizio di legittimità per:

  • incompetenza: non è competenza del Prefetto sciogliere per mafia un municipio già sciolto secondo il regolamento comunale, a meno che non si dichiari o che il primo scioglimento non era valido o che lo scioglimento riguarda il solo periodo dal 9 aprile al 27 agosto 
  • violazione di legge: esiste un contrasto tra l'atto e l'ordinamento giuridico, evidenziandosi il contrasto nella sua mancata applicazione e nella sua falsa applicazione (viene commissariato il decimo municipio rimanendo però tutti i poteri al Comune di Roma) 
  • eccesso di potere: il Prefetto ha operato una discrezionalità amministrativa considerando Ostia ente locale a sé stante rispetto al Comune di Roma

E' di oggi la conferenza stampa del M5S: RELAZIONE SULLA MAFIA NEL LITORALE ROMANO, IL CASO OSTIA

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