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martedì 6 ottobre 2015

ESPOSITO E ANGELI, COME SI COSTRUISCE UNA MENZOGNA INGANNANDO LA FEDE PUBBLICA

Il Sen. Stefano Esposito (PD) e la giornalista de La Repubblica, Federica Angeli, sembrano due profondi estimatori del manifesto di propaganda prodotto da Goebbels, da cui proviene la frase “una menzogna ripetuta all’infinito diventa verità”.


I FATTI
Il Sen. Stefano Esposito presenta prima della data del 21 luglio 2015, una relazione in Commissione Antimafia sul ‘caso Ostia’. Tra le ‘amene’ menzogne ivi contenute, Esposito scrive: “La giornalista Federica Angeli vive sotto scorta, ricevuta sei ore dopo aver assistito e denunciato lo scontro armato tra i due clan la notte del 16 luglio 2013. Unico caso di una scorta assegnata per “mafia romana” in Italia”.
Peccato che l’operazione Nuova Alba sia del 26 Luglio 2013, cioè una settimana dopo l’assegnazione della scorta, e che la prima sentenza per 416bis a Roma sia datata 29 gennaio 2015. Quindi, fino alla conclamazione in primo grado, cioè  18 mesi dopo, di quale ‘mafia romana’ parla il ‘preveggente’ Sen. Esposito?

Ma le ‘amene menzogne’ non si limitano a questo. Digitando su youtube “Federica Angeli” è possibile trovare diverse interviste alla giornalista de La Repubblica, che negli ultimi mesi compare in TV sempre in tandem con il Sen. Stefano Esposito. Salta all'occhio una cosa: la versione relativa alle motivazione dell’assegnazione della scorta cambia in modo schizofrenico.
Secondo quanto afferma il Sen. Stefano Esposito nella relazione presentata alla Commissione Antimafia,  “Federica Angeli vive sotto scorta per le minacce del clan Spada”, dopo lo “scontro armato” del “16 luglio 2013”. La giornalista invece afferma alcune volte che gli è stata assegnata dopo le sue inchieste, con tanto di presunto sequestro da parte di Armando Spada presso il Cral delle Poste, nello stabilimento più noto come 'Orsa Maggiore'; altre, dopo aver assistito allo scontro a fuoco sotto casa sua tra “da una parte due esponenti del clan Spada, dall’altra parte due uomini del clan Triassi”.  La giornalista per altro cambia versione anche sul quando ha denunciato il presunto sequestro da parte di Armando Spada (che sarebbe avvenuto il 23 maggio): si passa dalle versione “due ore dopo” a “la cronista riferì l’episodio al responsabile dei notiziari online che soprintendeva al suo lavoro e, d’accordo con lui, proseguì l’inchiesta, riservandosi di denunciare i fatti in un secondo tempo” cioè “il 30 maggio”, giorno in cui avrebbe denunciato anche Paolo Papagni per minacce, di cui però non parla più nelle sue numerose interviste televisive. Soprattutto da quando Esposito, insieme al capogruppo PD al Senato, Luigi Enrico Zanda, il 23 Giugno 2015,  ha incontrato “quei balneari vicini a certi poteri criminali”, come li definì lo stesso Esposito, perché il Parlamento italiano, mediante l’art. 34-duodecies del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, introdotto in sede di conversione dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha modificato l’art.1, comma 18, del d.l. 2009 n. 194, ha stabilito la proroga fino al 2020 di tutte le concessioni demaniali.

Insomma, per tornare a Goebbels, “se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre … ” e lui inizia all’identificazione di un (nuovo) avversario in un (nuovo) nemico, l’unico responsabile di tutti i mali, le “finte associazione antimafia”, che ad Ostia sono solo due, regolarmente registrate.
Tornando alla questione ‘Orsa Maggiore’, appare irrilevante la fondatezza o meno delle voci che vorrebbero la denuncia della Angeli sul presunto sequestro avvenuta fuori tempo massimo. Quello che è chiaro è che leggendo le sentenze dei ricorsi in Cassazione proposti da Armando Spada e Aldo Papalini sul caso ‘Orsa Maggiore’, non si fa mai riferimento all'episodio del sequestro di Federica Angeli, né al video con le minacce, nonostante “il quadro indiziario raccolto a carico degli indagati sia fondato sulle dichiarazioni di persone informate sui fatti, sull'apporto di un collaboratore di giustizia, sulle risultanze di operazioni d'intercettazione telefonica e di acquisizioni documentali presso uffici e laboratori d'analisi pubblici e privati”. D'altronde era immaginabile, visto che il Sostituto Procuratore di Roma, Mario Palazzi, titolare dell’inchiesta ‘Orsa Maggiore’, è stato fotografato insieme alla giornalista in posa amicale a febbraio 2015, durante la seconda edizione del Piccolo Atlante della corruzione, foto che è sparita dalla pagina facebook ufficiale.

Anche il Sen. Esposito ama quel genere di propaganda che si limita “ad un piccolo numero di idee e a ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze”. Sostiene infatti da mesi che è lui ad aver ‘cacciato’ l’ex mini-sindaco Tassone (PD), arrestato per Mafia Capitale. In realtà Esposito è stato inviato ad Ostia il 22 febbraio 2015. Il 18 marzo Tassone, in una conferenza stampa indetta dal commissario romano del partito Matteo Orfini, presente anche il Sen. Stefano Esposito, lancia, in accordo con i due commissari, un “vero ultimatum al sindaco Ignazio Marino: senza aiuti sul litorale le mafie non riusciamo a combatterla da soli” e si dimette invocando le mazzefionde. Esposito addirittura aggiunge che “C’è bisogno di una presenza politica più forte”,  che c’era un dialogo aperto con il sindaco Marino sul tema e da cui si attendevano decisioni  e che “solo a queste condizioni il presidente Tassone può tornare indietro sulla sua decisione “.  Mentre andava in scena questa sceneggiata al Nazareno, quello stesso giorno, il 18 marzo, i PM chiedevano il carcere per Andrea Tassone (e il GIP il 29 maggio concedeva i domiciliari).
Esposito, a questo punto e solo per questo motivo, scarica Andrea Tassone il 24 marzo sui giornali, invitandolo a dimettersi, nonostante Tassone avesse dichiarato "Con il Commissario del PD Roma, Matteo Orfini, abbiamo condiviso la necessità di affidare un ruolo di supervisione al senatore Stefano Esposito”. Orfini ed Esposito hanno sempre negato, fino all'ultimo, che Tassone fosse coinvolto nelle indagini di "Mafia Capitale". Orfini lo aveva dichiarato pubblicamente nel corso della puntata di Ballarò del 2 giugno 2015, addirittura sostenendo che proprio il PD non fosse coinvolto in "Mafia Capitale". Esposito lo aveva scritto su Facebook il 26 maggio, ribadendolo dopo l'arresto: "Tassone non era indagato per mafia capitale, da oggi lo è”.

CONCLUSIONI
La versione tandem Esposito/Angeli nel corso dei mesi si è sottoposta ad un trasformismo senza precedenti, ed ora ripetono instancabilmente che 'sapevano tutto dall’inizio, e per tutto intendono tutto, che c’era bisogno di bluffare per stanare il marcio, e che il loro super-tandem  ha anticipato addirittura la Procura'.
Insomma, siamo di fronte ad un tandem che si esercita ogni giorno in televisione e sui giornali di amici compiacenti nel dimostrare che il manifesto di Goebbels è fondante ed efficace, mettendo in pratica i suoi principi: della semplificazione e del nemico unico, del metodo del contagio, della trasposizione, dell’esagerazione e del travisamento, della volgarizzazione, di orchestrazione, del continuo rinnovamento, della verosimiglianza, del silenziamento, della trasfusione, dell’unanimità.
Ad maiora.

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