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giovedì 8 ottobre 2015
OSTIA I FASCIANI E LA FINTA EROINA DELL'ANTIMAFIA . COSI’ IL MENADISMO INQUINA OSTIA
Riportiamo di seguito, letteralmente, due post pubblicati da Federica Angeli. giornalista de La Repubblica, sulla sua pagina Facebook. La Angeli, che ha iniziato la sua carriera professionale in qualità di collaboratore del Giornale di Ostia negli anni in cui nasceva la mafia sul Litorale, ha sempre frequentato con la sua famiglia lo stabilimento balneare della famiglia Fasciani, il Faber Village. Federica Angeli non ha mai scritto contro i Fasciani e non ha mai smentito, neppure oggi 8 ottobre 2015, di aver frequentato consapevolmente il Faber Village con la sua famiglia per anni. E che la Angeli conosce da anni e bene Fabrizio Sinceri.
Riportiamo fedelmente:
FEDERICA ANGELI E I FASCIANI
"Un giorno vado al mare e becco la signora Fasciani, la moglie di don Carmine, il boss di Ostia che fissa un gatto... Mi fa cenno con la mano di avvicinarmi a lei: "Io amo i gatti, e lo sa perché? Per due motivi: er primo è che sono fedeli, er secondo è perché nun parlano". Due giorni prima le avevo detto che stavo lavorando su di loro per un'inchiesta giornalistica sulla malavita a Ostia. Però, ad onor del vero almeno in maniera diretta non mi hanno mai stoppato né scoraggiato o intimidito quando faccio un'inchiesta per me la prima regola è l'onestà... E quando parlai con loro, cercando persino di coinvolgerli con un'intervista, gli spiegai per filo e per segno ciò che stavo facendo e il senso del mio lavoro: ricostruire il malaffare a Ostia arrivando a nomi e cognomi di colletti bianchi che mai erano stati fatti. Gli spiegai che ormai chi loro erano e le inchieste giudiziarie che li avevano coinvolti erano cosa nota a tutti. Ma io volevo di più. La moglie di Carmine Fasciani, ma anche la figlia Sabrina, non ci crederai, mi adoravano. Per la mia onestà e franchezza e consapevoli che ciò che a me interessava non era il traffico di droga in arrivo, ma vedere fino a che punto intorno e malgrado loro la galassia mafia si era mossa. Perché credimi, i Fasciani sono solo più esposti di tanti altri. E quelli con un codice d'onore vero, che i Triassi e gli Spada non avranno mai.
Sabrina Fasciani un giorno mi si avvicinò, mi strinse la mano e mi disse: t'ho sentito al telefono con l'avvocato tuo che gli spiegavi che preferivi essere condannata (cosa che poi è successo, la mia prima e unica condanna per diffamazione a mezzo stampa) piuttosto che fare il nome della fonte (unica cosa che mi avrebbe salvato dalla condanna). Beh...tanto de' cappello (mi disse), tu sei una seria. Altrimenti qua dentro (nello stabilimento) non ce potevi mette piede. E la prima persona a cui Sabrina ha scritto dal carcere, dopo l'arresto a luglio, sono stata io".
Carmine Fasciani è stato il primo condannato per associazione a delinquere di tipo mafioso (416-bis), la prima sentenza da sempre in tutta Roma, dopo una interminabile serie di processi e condanne che partono almeno dal 2001 e che hanno riempito le pagine della cronaca giudiziaria.
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Federica Angeli e le sue imbarazzanti dichiarazioni all'indomani della condanna del clan Fasciani di Ostia: ha negato di conoscere i Fasciani e di averne frequentato lo stabilimento. La giornalista di Repubblica, asservita al PD che andrà sotto processo per mafia capitale il prossimo 5 novembre, frequentava da molto tempo lo stabilimento balneare dei Fasciani (il Village), sapendo benissimo chi fossero. Addirittura, racconta lei stessa, voleva scrivere con loro un libro, riconoscendo a questo clan condannato per mafia "un codice d'onore". Così non si esprime e si comporta chi dice di combattere la mafia. Invece così si vanta Federica Angeli, amica dell'ex-Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, arrestato per mafia capitale, raccontando di Sabrina Fasciani: "È per questo che io ti faccio entrare in questo stabilimento. Te sei una seria, non scrivi cavolate e non dai pugnalate alle spalle. Per questo un giorno, se vorrai, scriveremo un libro insieme. Avrà come titolo: La figlia del boss, ti piace?". Il loro spessore era differente rispetto a quello degli Spada, che invece sono persone senza scrupoli. Che prima o poi te la fanno pagare".
martedì 6 ottobre 2015
ESPOSITO E ANGELI, COME SI COSTRUISCE UNA MENZOGNA INGANNANDO LA FEDE PUBBLICA
Il Sen. Stefano Esposito (PD) e la giornalista de La Repubblica, Federica Angeli, sembrano due profondi estimatori del manifesto di propaganda prodotto da Goebbels, da cui proviene la frase “una menzogna ripetuta all’infinito diventa verità”.
I FATTI
Il Sen. Stefano Esposito presenta prima della data del 21 luglio 2015, una relazione in Commissione Antimafia sul ‘caso Ostia’. Tra le ‘amene’ menzogne ivi contenute, Esposito scrive: “La giornalista Federica Angeli vive sotto scorta, ricevuta sei ore dopo aver assistito e denunciato lo scontro armato tra i due clan la notte del 16 luglio 2013. Unico caso di una scorta assegnata per “mafia romana” in Italia”.
Peccato che l’operazione Nuova Alba sia del 26 Luglio 2013, cioè una settimana dopo l’assegnazione della scorta, e che la prima sentenza per 416bis a Roma sia datata 29 gennaio 2015. Quindi, fino alla conclamazione in primo grado, cioè 18 mesi dopo, di quale ‘mafia romana’ parla il ‘preveggente’ Sen. Esposito?
Ma le ‘amene menzogne’ non si limitano a questo. Digitando su youtube “Federica Angeli” è possibile trovare diverse interviste alla giornalista de La Repubblica, che negli ultimi mesi compare in TV sempre in tandem con il Sen. Stefano Esposito. Salta all'occhio una cosa: la versione relativa alle motivazione dell’assegnazione della scorta cambia in modo schizofrenico.
Secondo quanto afferma il Sen. Stefano Esposito nella relazione presentata alla Commissione Antimafia, “Federica Angeli vive sotto scorta per le minacce del clan Spada”, dopo lo “scontro armato” del “16 luglio 2013”. La giornalista invece afferma alcune volte che gli è stata assegnata dopo le sue inchieste, con tanto di presunto sequestro da parte di Armando Spada presso il Cral delle Poste, nello stabilimento più noto come 'Orsa Maggiore'; altre, dopo aver assistito allo scontro a fuoco sotto casa sua tra “da una parte due esponenti del clan Spada, dall’altra parte due uomini del clan Triassi”. La giornalista per altro cambia versione anche sul quando ha denunciato il presunto sequestro da parte di Armando Spada (che sarebbe avvenuto il 23 maggio): si passa dalle versione “due ore dopo” a “la cronista riferì l’episodio al responsabile dei notiziari online che soprintendeva al suo lavoro e, d’accordo con lui, proseguì l’inchiesta, riservandosi di denunciare i fatti in un secondo tempo” cioè “il 30 maggio”, giorno in cui avrebbe denunciato anche Paolo Papagni per minacce, di cui però non parla più nelle sue numerose interviste televisive. Soprattutto da quando Esposito, insieme al capogruppo PD al Senato, Luigi Enrico Zanda, il 23 Giugno 2015, ha incontrato “quei balneari vicini a certi poteri criminali”, come li definì lo stesso Esposito, perché il Parlamento italiano, mediante l’art. 34-duodecies del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, introdotto in sede di conversione dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha modificato l’art.1, comma 18, del d.l. 2009 n. 194, ha stabilito la proroga fino al 2020 di tutte le concessioni demaniali.
Insomma, per tornare a Goebbels, “se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre … ” e lui inizia all’identificazione di un (nuovo) avversario in un (nuovo) nemico, l’unico responsabile di tutti i mali, le “finte associazione antimafia”, che ad Ostia sono solo due, regolarmente registrate.
Tornando alla questione ‘Orsa Maggiore’, appare irrilevante la fondatezza o meno delle voci che vorrebbero la denuncia della Angeli sul presunto sequestro avvenuta fuori tempo massimo. Quello che è chiaro è che leggendo le sentenze dei ricorsi in Cassazione proposti da Armando Spada e Aldo Papalini sul caso ‘Orsa Maggiore’, non si fa mai riferimento all'episodio del sequestro di Federica Angeli, né al video con le minacce, nonostante “il quadro indiziario raccolto a carico degli indagati sia fondato sulle dichiarazioni di persone informate sui fatti, sull'apporto di un collaboratore di giustizia, sulle risultanze di operazioni d'intercettazione telefonica e di acquisizioni documentali presso uffici e laboratori d'analisi pubblici e privati”. D'altronde era immaginabile, visto che il Sostituto Procuratore di Roma, Mario Palazzi, titolare dell’inchiesta ‘Orsa Maggiore’, è stato fotografato insieme alla giornalista in posa amicale a febbraio 2015, durante la seconda edizione del Piccolo Atlante della corruzione, foto che è sparita dalla pagina facebook ufficiale.
Anche il Sen. Esposito ama quel genere di propaganda che si limita “ad un piccolo numero di idee e a ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze”. Sostiene infatti da mesi che è lui ad aver ‘cacciato’ l’ex mini-sindaco Tassone (PD), arrestato per Mafia Capitale. In realtà Esposito è stato inviato ad Ostia il 22 febbraio 2015. Il 18 marzo Tassone, in una conferenza stampa indetta dal commissario romano del partito Matteo Orfini, presente anche il Sen. Stefano Esposito, lancia, in accordo con i due commissari, un “vero ultimatum al sindaco Ignazio Marino: senza aiuti sul litorale le mafie non riusciamo a combatterla da soli” e si dimette invocando le mazzefionde. Esposito addirittura aggiunge che “C’è bisogno di una presenza politica più forte”, che c’era un dialogo aperto con il sindaco Marino sul tema e da cui si attendevano decisioni e che “solo a queste condizioni il presidente Tassone può tornare indietro sulla sua decisione “. Mentre andava in scena questa sceneggiata al Nazareno, quello stesso giorno, il 18 marzo, i PM chiedevano il carcere per Andrea Tassone (e il GIP il 29 maggio concedeva i domiciliari).
Esposito, a questo punto e solo per questo motivo, scarica Andrea Tassone il 24 marzo sui giornali, invitandolo a dimettersi, nonostante Tassone avesse dichiarato "Con il Commissario del PD Roma, Matteo Orfini, abbiamo condiviso la necessità di affidare un ruolo di supervisione al senatore Stefano Esposito”. Orfini ed Esposito hanno sempre negato, fino all'ultimo, che Tassone fosse coinvolto nelle indagini di "Mafia Capitale". Orfini lo aveva dichiarato pubblicamente nel corso della puntata di Ballarò del 2 giugno 2015, addirittura sostenendo che proprio il PD non fosse coinvolto in "Mafia Capitale". Esposito lo aveva scritto su Facebook il 26 maggio, ribadendolo dopo l'arresto: "Tassone non era indagato per mafia capitale, da oggi lo è”.
CONCLUSIONI
La versione tandem Esposito/Angeli nel corso dei mesi si è sottoposta ad un trasformismo senza precedenti, ed ora ripetono instancabilmente che 'sapevano tutto dall’inizio, e per tutto intendono tutto, che c’era bisogno di bluffare per stanare il marcio, e che il loro super-tandem ha anticipato addirittura la Procura'.
Insomma, siamo di fronte ad un tandem che si esercita ogni giorno in televisione e sui giornali di amici compiacenti nel dimostrare che il manifesto di Goebbels è fondante ed efficace, mettendo in pratica i suoi principi: della semplificazione e del nemico unico, del metodo del contagio, della trasposizione, dell’esagerazione e del travisamento, della volgarizzazione, di orchestrazione, del continuo rinnovamento, della verosimiglianza, del silenziamento, della trasfusione, dell’unanimità.
Ad maiora.
I FATTI
Il Sen. Stefano Esposito presenta prima della data del 21 luglio 2015, una relazione in Commissione Antimafia sul ‘caso Ostia’. Tra le ‘amene’ menzogne ivi contenute, Esposito scrive: “La giornalista Federica Angeli vive sotto scorta, ricevuta sei ore dopo aver assistito e denunciato lo scontro armato tra i due clan la notte del 16 luglio 2013. Unico caso di una scorta assegnata per “mafia romana” in Italia”.
Peccato che l’operazione Nuova Alba sia del 26 Luglio 2013, cioè una settimana dopo l’assegnazione della scorta, e che la prima sentenza per 416bis a Roma sia datata 29 gennaio 2015. Quindi, fino alla conclamazione in primo grado, cioè 18 mesi dopo, di quale ‘mafia romana’ parla il ‘preveggente’ Sen. Esposito?
Ma le ‘amene menzogne’ non si limitano a questo. Digitando su youtube “Federica Angeli” è possibile trovare diverse interviste alla giornalista de La Repubblica, che negli ultimi mesi compare in TV sempre in tandem con il Sen. Stefano Esposito. Salta all'occhio una cosa: la versione relativa alle motivazione dell’assegnazione della scorta cambia in modo schizofrenico.
Secondo quanto afferma il Sen. Stefano Esposito nella relazione presentata alla Commissione Antimafia, “Federica Angeli vive sotto scorta per le minacce del clan Spada”, dopo lo “scontro armato” del “16 luglio 2013”. La giornalista invece afferma alcune volte che gli è stata assegnata dopo le sue inchieste, con tanto di presunto sequestro da parte di Armando Spada presso il Cral delle Poste, nello stabilimento più noto come 'Orsa Maggiore'; altre, dopo aver assistito allo scontro a fuoco sotto casa sua tra “da una parte due esponenti del clan Spada, dall’altra parte due uomini del clan Triassi”. La giornalista per altro cambia versione anche sul quando ha denunciato il presunto sequestro da parte di Armando Spada (che sarebbe avvenuto il 23 maggio): si passa dalle versione “due ore dopo” a “la cronista riferì l’episodio al responsabile dei notiziari online che soprintendeva al suo lavoro e, d’accordo con lui, proseguì l’inchiesta, riservandosi di denunciare i fatti in un secondo tempo” cioè “il 30 maggio”, giorno in cui avrebbe denunciato anche Paolo Papagni per minacce, di cui però non parla più nelle sue numerose interviste televisive. Soprattutto da quando Esposito, insieme al capogruppo PD al Senato, Luigi Enrico Zanda, il 23 Giugno 2015, ha incontrato “quei balneari vicini a certi poteri criminali”, come li definì lo stesso Esposito, perché il Parlamento italiano, mediante l’art. 34-duodecies del decreto legge 18 ottobre 2012, n. 179, introdotto in sede di conversione dalla legge 17 dicembre 2012, n. 221, ha modificato l’art.1, comma 18, del d.l. 2009 n. 194, ha stabilito la proroga fino al 2020 di tutte le concessioni demaniali.
Insomma, per tornare a Goebbels, “se non puoi negare le cattive notizie, inventane di nuove per distrarre … ” e lui inizia all’identificazione di un (nuovo) avversario in un (nuovo) nemico, l’unico responsabile di tutti i mali, le “finte associazione antimafia”, che ad Ostia sono solo due, regolarmente registrate.
Tornando alla questione ‘Orsa Maggiore’, appare irrilevante la fondatezza o meno delle voci che vorrebbero la denuncia della Angeli sul presunto sequestro avvenuta fuori tempo massimo. Quello che è chiaro è che leggendo le sentenze dei ricorsi in Cassazione proposti da Armando Spada e Aldo Papalini sul caso ‘Orsa Maggiore’, non si fa mai riferimento all'episodio del sequestro di Federica Angeli, né al video con le minacce, nonostante “il quadro indiziario raccolto a carico degli indagati sia fondato sulle dichiarazioni di persone informate sui fatti, sull'apporto di un collaboratore di giustizia, sulle risultanze di operazioni d'intercettazione telefonica e di acquisizioni documentali presso uffici e laboratori d'analisi pubblici e privati”. D'altronde era immaginabile, visto che il Sostituto Procuratore di Roma, Mario Palazzi, titolare dell’inchiesta ‘Orsa Maggiore’, è stato fotografato insieme alla giornalista in posa amicale a febbraio 2015, durante la seconda edizione del Piccolo Atlante della corruzione, foto che è sparita dalla pagina facebook ufficiale.
Anche il Sen. Esposito ama quel genere di propaganda che si limita “ad un piccolo numero di idee e a ripeterle instancabilmente, presentarle sempre sotto diverse prospettive, ma convergendo sempre sullo stesso concetto. Senza dubbi o incertezze”. Sostiene infatti da mesi che è lui ad aver ‘cacciato’ l’ex mini-sindaco Tassone (PD), arrestato per Mafia Capitale. In realtà Esposito è stato inviato ad Ostia il 22 febbraio 2015. Il 18 marzo Tassone, in una conferenza stampa indetta dal commissario romano del partito Matteo Orfini, presente anche il Sen. Stefano Esposito, lancia, in accordo con i due commissari, un “vero ultimatum al sindaco Ignazio Marino: senza aiuti sul litorale le mafie non riusciamo a combatterla da soli” e si dimette invocando le mazzefionde. Esposito addirittura aggiunge che “C’è bisogno di una presenza politica più forte”, che c’era un dialogo aperto con il sindaco Marino sul tema e da cui si attendevano decisioni e che “solo a queste condizioni il presidente Tassone può tornare indietro sulla sua decisione “. Mentre andava in scena questa sceneggiata al Nazareno, quello stesso giorno, il 18 marzo, i PM chiedevano il carcere per Andrea Tassone (e il GIP il 29 maggio concedeva i domiciliari).
Esposito, a questo punto e solo per questo motivo, scarica Andrea Tassone il 24 marzo sui giornali, invitandolo a dimettersi, nonostante Tassone avesse dichiarato "Con il Commissario del PD Roma, Matteo Orfini, abbiamo condiviso la necessità di affidare un ruolo di supervisione al senatore Stefano Esposito”. Orfini ed Esposito hanno sempre negato, fino all'ultimo, che Tassone fosse coinvolto nelle indagini di "Mafia Capitale". Orfini lo aveva dichiarato pubblicamente nel corso della puntata di Ballarò del 2 giugno 2015, addirittura sostenendo che proprio il PD non fosse coinvolto in "Mafia Capitale". Esposito lo aveva scritto su Facebook il 26 maggio, ribadendolo dopo l'arresto: "Tassone non era indagato per mafia capitale, da oggi lo è”.
CONCLUSIONI
La versione tandem Esposito/Angeli nel corso dei mesi si è sottoposta ad un trasformismo senza precedenti, ed ora ripetono instancabilmente che 'sapevano tutto dall’inizio, e per tutto intendono tutto, che c’era bisogno di bluffare per stanare il marcio, e che il loro super-tandem ha anticipato addirittura la Procura'.
Insomma, siamo di fronte ad un tandem che si esercita ogni giorno in televisione e sui giornali di amici compiacenti nel dimostrare che il manifesto di Goebbels è fondante ed efficace, mettendo in pratica i suoi principi: della semplificazione e del nemico unico, del metodo del contagio, della trasposizione, dell’esagerazione e del travisamento, della volgarizzazione, di orchestrazione, del continuo rinnovamento, della verosimiglianza, del silenziamento, della trasfusione, dell’unanimità.
Ad maiora.
sabato 3 ottobre 2015
FEDERICA ANGELI E L'FBI. L'INGANNO DELLA FEDE PUBBLICA
In data 24 settembre sulla pagina fan di Federica Angeli è stato pubblicato un documento (quasi illeggibile) in formato immagine, con il seguente testo " Il documento dell'FBI con l'arresto in USA di Pascale".
Il documento è autenticamente un mandato di arresto dell’FBI?
Qualunque sia la risposta, è un documento pubblico e pubblicabile? In caso negativo, è deontologicamente corretto pubblicare questo genere di documenti?
Il documento è quasi illeggibile, ma si evince
chiaramente in alto a destra che si tratta di un "Record of deportable/inadmissible
alien". Dunque, non è un documento di arresto dell'FBI, bensì un documento
statunitense, interno ICE, compilato da un INS prosecutor, che lavora nella
'homeland security'.
ANNOTAZIONI.
Nessuna agenzia americana invia notizie a giornalisti su notizie di reato per iscritto, tanto meno su carta intestata. Tali informazioni passerebbero al limite tra le competenti forze di polizia in maniera informale in assenza di rogatoria internazionale, ma sicuramente non vengono inviate su carta intestata. La probabile soffiata da parte di un agente dell'FBI ad un giornalista ci potrebbe forse anche essere, ma non se ne comprende l'importanza della notizia sul caso specifico se non per una vicinanza e conoscenza personale e comunque una soffiata è una soffiata e non certo su carta intestata. L'FBI non si occupa di espulsioni di cittadini stranieri in prima persona, anche se ciò non toglie che possa detenere informazioni che altre agenzia producono, tipo ad esempio la polizia di frontiera oppure la 'homeland security' (come in questo caso).
In tutti i casi la pubblicazione attinenti notizie riservate di persone fisiche sottostanno alla legge sulla privacy IPP negli Stati Uniti e le pene per la divulgazione di tali informazioni sono molto severe. E' difficile per gli stessi americani che lavorano in enti amministrativi sapere dai colleghi le ragioni di un rifiuto di un semplice visto e per altro loro non sono autorizzati a rilevarlo a terzi pena anche il licenziamento. Sono notizie che non possono essere divulgate al di fuori dell'ufficio competente, come in questo caso essendo un documento interno. Inoltre, un impiegato che ha accesso a notizie attinenti la privacy è monitorato negli accessi e può venire a conoscenza di notizie solo se sono attinenti al suo lavoro. Non può fare una ricerca nei database per esempio senza essere autorizzato. Se la notizia fosse vera e la persona fosse stata espulsa per aver commesso un reato ci dovrebbe essere obbligatoriamente allegata al record una sentenza. La sentenza è pubblica (ma noi non l'abbiamo trovata), ma l'FBI con le sentenze non c'entra niente. Il record in oggetto precede caso mai la sentenza di espulsione. È di fatto il rapporto che si prepara con le notizie di reato. Aggiungiamo che il modulo della 'homeland security', viene redatto anche per chi rimane negli USA dopo la scadenza del permesso di soggiorno. Se vengono compiuti ulteriori reati nel territorio statunitense, al documento in oggetto verrebbero aggiunti degli allegati.
Quindi la pubblicazione di un tale atto non è legale anche se il documento non fosse falso. Non è pubblico e non è pubblicabile. Il fatto che su Internet si trovino documenti analoghi è irrilevante in quanto, come è facile verificare, non si riesce a risalire alla fonte, cioè a chi li ha postati e sono documenti identici a quello in ipotesi, documenti prodotti dall' 'homeland security' e non dall'FBI. Dunque, non è un documento di arresto da parte dell'FBI, non è pubblico e non è pubblicabile. A che pro dunque è stato postato?
Ecco un esempio di record come quello di Pascale:
https://media.azpm.org/…/…/2011/3/4/pdf/03-03-11_02_14_1.pdf
https://media.azpm.org/…/…/2011/3/4/pdf/03-03-11_02_14_1.pdf