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martedì 3 maggio 2016

SCUOLA, SERVIZIO AEC: DROGHEI (PD), ZANNOLA (PD) E SABELLA, TRA CENSURE, SILENZI, MENZOGNE E DOPPIA MORALE.



E’ di oggi la notizia che durante l’ “epocale legalità” targata Alfonso Sabella al Comune di Roma ci siano state anomalie in 1 su 4 appalti, bandi e procedure. Lo dice il rapporto degli ispettori sul controllo della regolarità amministrativa per il 2015 e che denuncia «Troppi affidamenti diretti e proroghe nessuno controlla l’esecuzione dei lavori». Tra i dipartimenti con più irregolarità il Sociale (36%).

E’ di venerdì, 29 aprile scorso, invece una notizia che nessuno ha rilanciato, ma che con il sociale ha molto a che fare, comparsa su Il Messaggero, Cronaca Ostia-Litorale, dal titolo «Nessun coinvolgimento dell’assessore Droghei nelle gare del Municipio» A parlare sono i zelanti Avvocati della sedicente “Dottoressa” al Welfare del Municipio X, Emanuela Droghei (PD), figlia del più noto Giuliano Droghei (passato indenne nel trasformismo dal PCI al PD), sposata con l’ex capogruppo del PD sotto Marino, Francesco D’Ausilio. Lo ‘spazio occupato’ sul quotidiano non riporta una sentenza, ma una lettera di parte in cui si afferma, con imbarazzante impudicizia, che lei, l’Assessora al Welfare nella giunta di Andrea Tassone (PD, arrestato nell’inchiesta “Mondo di mezzo”), non ha avuto alcun coinvolgimento e dunque responsabilità nelle gare del Municipio X, in particolare quelle legate all’assistenza dei bambini disabili a scuola (bando AEC). Se è vero che non è stata raggiunta da alcun avviso di garanzia, non è vero che la sedicente “Dottoressa” al Welfare fosse immune da responsabilità politiche, anche gravi. Ma si sa, il PD frequenta il mercatino delle pulci della doppia morale.


I FATTI

Nella relazione prefettizia della commissione di accesso agli atti del Prefetto Magno si legge: «Pezzo integrante della “squadra” legata al sodalizio è senz’altro Francesco D’Ausilio, consigliere del comune di Roma nonché Capogruppo Pd sposato con DROGHEI Emanuela. Esso non va sottovalutato, ricorrendo il suo nome in tutti gli snodi di “alta amministrazione” che abbiamo esaminato (sostituzione dottoressa Acerbi, debiti fuori bilancio, recupero finanziamenti per verde pubblico). Francesco D’Ausilio ha ricevuto dalla “29 Giugno” di Salvatore Buzzi un finanziamento per la sua campagna elettorale per mille euro. Il mandatario della campagna elettorale era Giuliano Droghei, padre di Emanuela Droghei, assessore al welfare a Ostia dove un bando è stato vinto da coop legate a Buzzi e, di conseguenza a Mafia Capitale».

Nelle intercettazioni tra Buzzi e i suoi compari più volte viene fatto il nome del marito della sedicente “Dottoressa” al Welfare. Lo cita per esempio mentre parla con Carlo Guarany, suo vice nella cooperativa “29 Giugno”: «Gli ho spiegato ‘guarda tu non puoi fa’ …a gamba tesa sulle cooperative … perché noi abbiamo grande libertà d’azione … però nell’ambito de questo, se tu mi chiami e mi dici ‘deve cresce questo’ figurate se non te lo famo cresce
». Francesco D’Ausilio è “veloce, spregiudicato, ambizioso: va a trovare a casa Goffredo Bettini, gran burattinaio del PD romano, fa sponda con Nicola Zingaretti, ma nessuno sa mai bene cosa gli passi per la testa”. E Buzzi aggiunge «Ah, un’altra cosa importante … D’Ausilio sempre per quell’accenno me ferma in Consiglio Comunale e me dice … no, prima me chiede un appuntamento, poi me ferma in Consiglio e me dice: “ehhhh … io so che tu stai con Coratti (Presidente PD del Consiglio Comunale, arrestato) … le cose … però ce sto pure io … le vediamo insieme”. E lì per lì non ho capito, ma mo’ ho capito perché … Gramazio (ex capogruppo di FI in Regione Lazio, arrestato) c’ha fatto ave’ un sacco de’ soldi sul Municipio de Ostia stanno a preparà gli atti per darli tutti a noi …» E Guarany risponde a Buzzi «Perché ad Ostia c’è la moglie di D’Ausilio…».
Anche Carminati intercettato parla di D’Ausilio con Fabrizio Testa: «A proposito de D’Ausilio …. Chiama Giovanni Quarzo di FI e gli dice "sul verde Roma stanno... i soldi". Voi chi c’avete? Allora ha detto “no no io c’ho Salvatore della venti”». E poi: «Digli a Salvatore che con D’Ausilio c’è il problema, c’è la questione del verde!» . Testa ribatte: «Giovanni m’ha detto: Guarda, stiamo vedendo gli accordi perché su ogni consigliere, ogni capogruppo indica un settore dove andare e D’Ausilio pure lui andava sul verde».

Sorge spontanea la domanda: ma dopo pochi anni di matrimonio in casa Droghei-D’Ausilio non si parlano più? Difficile a credersi, ma soprattutto è ancora più difficile credere che la sedicente “Dottoressa” al Welfare non abbia avuto “alcuna responsabilità circa le gare indette, le procedure scelte, le graduatorie redatte in alcuno dei bandi/appalti pubblicati e/o assegnati dal Municipio stesso”, come scrivono i suoi zelanti Avvocati, visto che è lei stessa a dichiarare l’11 dicembre 2014, in un’intervista rilasciata a Il Tempo, a firma di Silvia Mancinelli, che «Abbiamo indetto a settembre un nuovo bando per sei mesi (si riferisce al bando AEC n.d.r.). Me lo diranno gli enti preposti se ci sono irregolarità». La sedicente “Dottoressa” al Welfare non solo non ha mai preso le distanze da quella gara, ma addirittura esiste nei suoi confronti un denuncia/querela in Procura. Ricordiamo alla sedicente “Dottoressa” al Welfare del PD, ma soprattutto ai suoi zelanti Avvocati, che un Assessore detta l’indirizzo politico, dando mandato agli uffici competenti. Come riporta, per altro, anche il codice degli appalti del Comune di Roma redatto dall’ex Assessore alla Legalità, Alfonso Sabella, «ma di pari evidenza è il potere-dovere degli organi di governo di vigilare affinché siffatte determinazioni risultino aderenti all’indirizzo politico e, soprattutto, conformi al rigoroso rispetto delle leggi e dei regolamenti in vigore». Quindi l’ “estraneità” di cui parlano i zelanti Avvocati della sedicente “Dottoressa” al Welfare è imbarazzante.

Per altro questa imbarazzante quanto fantomatica “estraneità” ha avuto ripercussioni anche dopo lo scioglimento del consiglio municipale. Infatti, il meccanismo interrotto per le vicende burocratiche di un bando sbagliato ha provocato una serie di proroghe, altrettanto illegittime (di cui i cittadini ringraziano anche l’ex Assessore alla Legalità, nonché ex Delegato per il Litorale, Alfonso Sabella, sciolto per mafia), innescando un circolo vizioso che ha di fatto costretto il Municipio X a pagare due volte lo stesso servizio, oltre al risarcimento danni a chi ha subito perdite professionali (il Tar del Lazio con sentenza del 20.05.2015 ha condannato Roma Capitale alla rifusione delle spese di giudizio nei confronti di una Onlus che aveva denunciato le irregolarità e definisce i criteri per l’assegnazione “illogici”, fatto che ha messo in forte difficoltà anche il Prefetto Domenico Vulpiani (PUNTATA DELLE IENE).

 

I SILENZI DI DROGHEI, ZANNOLA E SABELLA

I zelanti Avvocati della sedicente “Dottoressa” al Welfare però non accennano minimamente ad alcuni fatti importanti. Ad esempio, nulla dicono nel loro ‘spazio occupato’ su Il Messaggero, sulla vicenda della sede legale concessa a Virtus Italia Onlus da parte di un’associazione di Ostia, legata al Presidente della Commissione Servizi Sociali Giovanni Zannola (PD), finito nelle intercettazioni di Mafia Capitale con le due signore in "rosso" delle occupazioni (LINK 1). Senza quel “prestito della sede legale” la Virtus Italia Onlus, non operando nel X Municipio, non avrebbe potuto partecipare al bando che, coincidenza, poi ha vinto. Nonostante Zannola sia 'chiaccherato' e sotto Tassone non abbia visto, sentito e detto niente, ma si sia agitato molto anche come accompagnatore di Libera-Uisp alla consegna delle buste per il bando delle spiagge, è candidato nelle liste del PD al Comune di Roma con Giachetti Sindaco.

Ancora. I zelanti Avvocati nulla dicono sul perché, la sedicente “Dottoressa” al Welfare, non abbia preso subito le distanza se era “estranea”, visto che ha dichiarato in un comunicato minaccioso contro ‘quella’ stampa che faceva semplicemente il suo dovere, quello di informare, che «Il bando è stata una procedura dovuta, vista l'entità del servizio da assegnare. Come l'assessore Sabella avrà modo di spiegare».
Così come non si capisce il motivo per cui Sabella, che anche nel suo libro “Capitale Infetta” cita questo bando, non ha denunciato nero su bianco o in qualsiasi forma scritta i responsabili che hanno redatto il bando, visto che aveva chiesto verbalmente una sospensione in autotutela.
Infine, i zelanti Avvocati della sedicente “Dottoressa” al Welfare non chiariscono nemmeno perché la loro assistita abbia firmato con il titolo di “Dottoressa”, senza averne i requisiti (LINK 2), il verbale di commissione del 3 dicembre del 2014 avente all’ordine del giorno proprio “l’assegnazione dei lotti servizio AEC anno scolastico 2014/2015” alla presenza anche di E. Sanchi, rappresentante legale dell’associazione Virtus Italia Onlus (la coop che faceva parte della galassia di imprese legate al sistema Buzzi-Carminati).

A tutte queste domande non rispondono, eppure, come dice Davigo, "che cosa impedisce alla Politica di fare un’autonoma valutazione?” Niente e nessuno, se non la propria cattiva coscienza che predica la doppia morale e ordina la censura per quei giornalisti che fanno semplicemente il loro dovere occupando uno 'spazio' sullo stesso giornale in cui si è parlato di fatti e raccontato la verità. Fino ad arrivare alla vergognosa spudoratezza di scrivere, in un comunicato stampa “Stiamo facendo pagare le conseguenze della crisi finanziaria del Comune alle persone più deboli: tutto ciò è inammissibile. […] Non si può più accettare il disimpegno nel settore dell’assistenza” (G. Zannola, candidato alle Comunali nella lista del PD per Giachetti, 3 Maggio 2016 - LINK 3). 

Roba da PD, "puoi dirlo forte"

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