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venerdì 24 aprile 2015

OSTIA, ORSA MAGGIORE: UNA STORIA DI “MAFIA” A SENSO UNICO

Il CRAL delle Poste ad Ostia, quello chiamato Orsa Maggiore, è stato definito il 14 luglio 2013 lo stabilimento dove "la malavita ha avuto il suo affaccio sul mare" per colpa di una evidenza pubblica mancata nell'affidamento della concessione decaduta per futili motivi e con la regia politica della destra. Il refrain è questo: la mafia è di destra. La formulazione di questo (falso) teorema, che poggia su tre grossolani errori, aveva lo scopo di distogliere l’attenzione da verità scomode.
Il primo errore: la malavita aveva già guadagnato il suo "affaccio sul mare" in altri stabilimenti molti anni prima, cioè durante le giunte di sinistra, ma è nell'estate del 2013 che diventa urgente sostenere il contrario prendendo come casus belli l'affidamento dello stabilimento Orsa Maggiore alla società Bluedream srl, dietro alla quale risulterebbe la presenza di Armando Spada, che avrebbe scelto il proprio genero come suo rappresentante nella società. Non solo, ma la tesi di certa stampa, che godeva dell’appoggio del neo eletto Andrea Tassone (PD) alla presidenza del Municipio X e di tutto il PD locale, è sempre stata questa: la mafiosità era conclamata dal fatto che, dopo esser stata pronunciata per 'futili' motivi la decadenza della concessione, la stessa venisse consegnata a distanza di pochi giorni ad una società senza alcuna gara a evidenza pubblica da parte di Aldo Papalini, direttore dell'ufficio tecnico municipale. Il processo inizierà il 12 maggio prossimo, ma le sentenze di certa stampa e del PD locale (oggi commissariato per mafia capitale) già sono state emesse.
Addirittura, Andrea Tassone dopo un incontro col sindaco Marino aveva promesso: "Ci saranno grandi cambiamenti, per regolarizzare questo Municipio, che molto probabilmente regolare non è stato".  Purtroppo per lui le cose sono andate diversamente. Tassone è stato costretto a dimettersi in quanto coinvolto nelle intercettazioni di mafia capitale, mentre la gestione dell'Orsa Maggiore ha avuto, nel silenzio di tutti, travagliate vicende tutte senza alcuna "evidenza pubblica".
Il 13 giugno 2013 accadono fatti piuttosto singolari. Viene resa pubblica la sentenza del Consiglio di Stato con cui si stabiliva che lo stabilimento tornasse in 'totale' gestione al CRAL delle Poste. Ma sempre il 13 giugno 2013, con prot.63850/13, contratto d'affitto ramo d'azienda n.1522, il Municipio X (con ancora Aldo Papalini a capo dell'ufficio tecnico e Tassone presidente) autorizzava la società 'Aromi e Sapori srl' di Ostia Antica, alla gestione dello stabilimento Orsa Maggiore tramite l'art.45/bis del Codice della Navigazione: "Affidamento ad altri soggetti delle attività oggetto della concessione - Il concessionario, in casi eccezionali e per periodi determinati, previa autorizzazione dell'autorità competente, può affidare ad altri soggetti la gestione delle attività secondarie nell'ambito della concessione".
La particolarità sta tutta nel testo dell'articolo: "casi eccezionali", "periodi determinati" e "attività secondarie nell'ambito della concessione".
La 'Aromi e Sapori srl' è quasi sempre stata negli ultimi 10 anni dentro il CRAL delle Poste, dunque la “temporaneità” e l’ “eccezionalità” previste dall'art. 45/bis non c’erano. Ancora più strano quanto accaduto l'anno dopo, il 2014. Questa volta a ricorrere all'art. 45/bis è stata la Società Peppino a Mare RMF srl, che si è presa la gestione dell'attività di spiaggia, del bar, del ristorante e della boutique del CRAL delle Poste (prot.49510/14). Non c'era più Aldo Papalini alla direzione dell'ufficio tecnico municipale, bensì Paolo Cafaggi, mentre Tassone era ancora al governo del Municipio, ma non si accorge stranamente di questo 'balletto gestionale'. Peppino a Mare RMF è riconducibile a Rosella Pizzuti, presidente del Sindacato Italiano Balneari di Roma, e l'atto di affitto/comodato non si è fermato al 2014, ma è stato rinnovato anche per tutto il 2015.
Dunque, secondo errore: è sempre possibile entrare dentro la gestione di uno stabilimento balneare ricorrendo all'art. 45/bis senza alcun controllo o evidenza pubblica in barba alla trasparenza tanto decantata dal PD.
Terzo errore: la mafiosità riscontrata dal PD locale, strillata da certa stampa, nell'operazione Bluedream/Orsa Maggiore del 2013 sarebbe da attribuirsi ai rapporti tra Armando Spada e Aldo Papalini, ma a farne le spese è stato soprattutto Ferdinando Colloca, uno dei soci della Bluedream, "fratello di Salvatore, già capogruppo Pdl nel X Municipio poi passato nelle fila dell'Udc" e ora dei Fratelli d'Italia. Per il PD si chiude il cerchio magico perché essendo Ferdinando Colloca esponente di Casapound il legame destra-mafia risulta confermato dall'operazione stessa.
Non tutti sanno che Ferdinando Colloca era stato fatto entrare all'interno del CRAL delle Poste da Enzo Carpenella, attuale consigliere provinciale PD e vicino a Franco Dalia (PD), a cui Tassone doveva la sua carriera politica. Infatti, già nel 2004 la discoteca Tantra Pop, all’interno dell’Orsa Maggiore, di Mr Ferdy il 'Guru', era un fiore all'occhiello del Litorale romano. Se c’era una cosa su cui bisognava indagare era come il CRAL delle Poste avesse 'regolarizzato' certe gestioni interne di attività più o meno dichiarate alla pubblica amministrazione. Di certo, se ad Ostia la 'mafia' pilotava l'affidamento delle concessioni, doveva per forza avere referenti politici e non solo tecnici dentro l'amministrazione. Far credere che ciò sia solo accaduto grazie al fratello di Ferdinando Colloca fa veramente sorridere.
In attesa del processo e a fronte di quanto sopra sostenuto, ci chiediamo a chi sia tornato utile il massacro mediatico dell'Orsa Maggiore, ad arte organizzato in quanto all'interno delle indagini nei confronti di Aldo Papalini. L'affermazione che fosse pilotata "la gestione degli appalti pubblici e la concessione di stabilimenti balneari lungo il Litorale romano di Ostia" è da dimostrare nella sua accezione puntuale, considerato che, almeno per gli stabilimenti balneari, l'anarchia con cui di fatto essi vengono gestiti tramite l'art.45/bis è nota a tutti, ma nessuno controlla. Singolare poi che quasi tutte le vicende legate a tali appalti e concessioni pilotate siano rientrati, in nome della legalità, a favore degli ambienti vicini al PD locale, come per il caso di Rosella Pizzuti. Insomma, se a Ostia c'è un caso Orsa Maggiore che dimostrerebbe che la “mafia” è di destra, si può affermare che qualcuno ha costruito ad arte il teorema per nascondere fatti ben più gravi, fatti che non svoltano solo a destra, ma anche a sinistra.

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