Ostia viene sciolta per mafia per colpa dell'ex-presidente del Municipio, Andrea Tassone (PD), ma non si spiega: come sia stato gestito il sistema che lo ha portato ad essere candidato e poi eletto, come siano stati gestiti tutti gli appalti oltre i 2-3 emersi dalle indagini della Procura, come sia stata operata una vera e propria intimidazione verso chiunque abbia denunciato il suo operato. Semplicemente ad Ostia è tutt'ora in piedi una consorteria di militanti, simpatizzanti e politici del PD che è rimasta nell'ombra per continuare quanto intrapreso da anni sul territorio. Ricordiamo che il concorso esterno in associazione di tipo mafioso o concorso esterno in associazione mafiosa sono espressioni che indicano una forma di compartecipazione del reato di associazione di tipo mafioso, previsto e punito dall'art. 416-bis del codice penale italiano. Si realizza con l'apporto di un contributo effettivo al perseguimento degli scopi illeciti di un'associazione di tipo mafioso senza però prender parte al sodalizio mafioso.
Con chi parlava Tassone? Chi difendeva Tassone? Chi collaborava con Tassone? Non ci riferiamo a Buzzi e Carminati, ma a nomi e cognomi ben precisi, anche a Federica Angeli, giornalista di Repubblica, che dopo le dimissioni di Tassone, avvenute prima dell'arresto del 4 giugno scorso, scrisse di aver saputo tutto fin dall'inizio, ma di aver 'bluffato' per smascherarlo. Falso. Non ha mai scritto 'contro' Tassone, ma solo a favore ("la miglior amministrazione mai vista"), ingannando non solo i lettori de La Repubblica, ma scrivendo il falso, contravvenendo più volte soprattutto ai doveri imposti della Carta dei giornalisti. La Angeli solo mesi dopo scriverà che era stata raggirata da Tassone, dichiarando dunque di nuovo l'opposto. Non lo aveva dunque smascherato, ma era stata raggirata. Falso anche questo: la Angeli ha per due anni apportato con volontà un contributo effettivo all'operato di Tassone.
Tassone è stato espressione della politica romana che ora brucia Ostia per salvare il suo potere su Roma. Ma l'inganno della fede pubblica rimane, che la consorteria mafiosa ha messo in piedi e che continua a mantenere.
p.s. - il post sulla pagina pubblica di Federica Angeli è stato scritto il 24 marzo 2015 alle 10:39 (linkato anche a twitter) e poi è stato rimosso dalla stessa Angeli. Oltre dallo screenshot ne rimane evidenza nell'articolo di RomaToday.
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giovedì 27 agosto 2015
lunedì 17 agosto 2015
OSTIA, QUALE VERITA' SULLA TRATTATIVA TRA STATO E MAFIA?
Il 6 Aprile 2013 Federica Angeli scriveva un articolo su La Repubblica.it dal titolo: Mobbing al poliziotto antidroga “Un milione di risarcimento”. Nell'articolo la Angeli afferma che all'ex-poliziotto della Polaria, P.F., “quei soldi, oltre 20mila euro, gli spettavano e che lui non aveva truffato nessuno”. Addirittura “nell'agosto del 2008 dall'ufficio contabile della questura di Roma gli arrivò la lettera che ammetteva la regolarità di quei pagamenti” ma che “ormai era troppo tardi”. “Da quelle accuse infamanti l’assistente capo P.F. è stato assolto”. “A stabilirlo” prosegue la Angeli, “una sentenza che il GIP Oreste Villoni della procura di Roma firmò nel 2008”. La Angeli nientemeno riporta il virgolettato della sentenza «Va rigorosamente ricordato che da tutte le accuse nel tempo rivolte loro (all'agente della Polaria e alla sua squadra, ndr), sono stati prosciolti […]».
Ci domandiamo dunque se la giornalista Federica Angeli scrisse il pezzo nel 2013 senza alcuna prova, se ha visto il documento contabile della Questura di Roma che ammetteva la regolarità dei pagamenti, se ha visto la sentenza del GIP Oreste Villoni di cui riporta il virgolettato.
Se le risposte alle domande sono negative e scrisse il pezzo nel 2013 sulla base solo della parola di P.F., ci domandiamo se la giornalista Federica Angeli ha denunciato alle autorità competenti la trattativa tra il Ministero degli Interni e un ex poliziotto della Polaria, P.F. (che sulla pagina della giornalista Federica Angeli, viene identificato come Piero Fierro), una trattativa definita dalla giornalista “un tacito accordo” col fine di mandare in pensione un poliziotto che avrebbe disonorato con i suoi comportamenti il corpo della Polizia di Stato, un poliziotto che "con i mafiosi ci andava a braccetto", così come ha denunciato lei stessa sulla sua pagina facebook, il giorno 11 agosto 2015.
Ci domandiamo dunque se la giornalista Federica Angeli scrisse il pezzo nel 2013 senza alcuna prova, se ha visto il documento contabile della Questura di Roma che ammetteva la regolarità dei pagamenti, se ha visto la sentenza del GIP Oreste Villoni di cui riporta il virgolettato.
Se le risposte alle domande sono negative e scrisse il pezzo nel 2013 sulla base solo della parola di P.F., ci domandiamo se la giornalista Federica Angeli ha denunciato alle autorità competenti la trattativa tra il Ministero degli Interni e un ex poliziotto della Polaria, P.F. (che sulla pagina della giornalista Federica Angeli, viene identificato come Piero Fierro), una trattativa definita dalla giornalista “un tacito accordo” col fine di mandare in pensione un poliziotto che avrebbe disonorato con i suoi comportamenti il corpo della Polizia di Stato, un poliziotto che "con i mafiosi ci andava a braccetto", così come ha denunciato lei stessa sulla sua pagina facebook, il giorno 11 agosto 2015.
mercoledì 12 agosto 2015
OSTIA: TRATTATIVA TRA IL MINISTERO DEGLI INTERNI E UN POLIZIOTTO INFEDELE?
Secondo quanto si apprende dalla pagina facebook della giornalista de La Repubblica, Federica Angeli, ci sarebbe stata una trattativa tra il Ministero degli Interni e un ex poliziotto della Polaria, P.F., una trattativa definita dalla giornalista “un tacito accordo” col fine di mandare in pensione un poliziotto che avrebbe disonorato con i suoi comportamenti il corpo della Polizia di Stato. Si apprende infatti, sempre dalla pagina facebook di Federica Angeli che “un esposto anonimo all'ufficio in cui lavorava, segnalò che il tipo aveva preso 40mila euro di missioni e straordinari. Ovvero per andare a indagare da Fiumicino a Ostia (12 chilometri) si faceva pagare essendo due comuni diversi come se andasse a Milano. L'amministrazione allora riscontrò questa anomalia e dalla giudiziaria lo spostò in un altro ufficio. Lui si buttò malato, presentando certificati su certificati e alla fine con un tacito accordo tra lui e la polizia di stato venne mandato in pensione”.
Sempre secondo Federica Angeli, P.F. sarebbe stato un poliziotto che "con i mafiosi ci andava a braccetto". Tale affermazione della giornalista sarebbe motivata dal fatto che, sempre secondo Federica Angeli, "questo stesso ex poliziotto ha preso per almeno tre stagioni consecutive una pizzeria in gestione dentro lo stabilimento dei Fasciani, (il Village)" pagando dunque l'affitto del locale a uno dei clan che è stato poi condannato in primo grado per 416 bis. C'è da aggiungere che anche Federica Angeli ha avuto per anni con la sua famiglia una cabina al mare presso il Village ma, sempre secondo Federica Angeli questa era "cosa di cui sapevano nell'ordine: Procura, Squadra Mobile, Nucleo Investigativo dei Carabinieri di via in Selci e Gico, oltre a Repubblica, tutto nei loro rapporti messo nero su bianco". Non è chiaro perché Federica Angeli abbia scelto il Village come stabilimento, ma ciò che stupisce è che, dalla Procura ai Carabinieri, tutti fossero interessati a sapere dove trascorreva le vacanze al mare Federica Angeli. Inoltre, dal racconto della giornalista, si evince che tutti, dalla Procura ai Carabinieri, sapessero che i Fasciani erano mafiosi, tanto da essere così attenti di inserire nelle loro informative (?), "nero su bianco", che una giornalista prendeva il sole sulla spiaggia del Village. Peccato che Federica Angeli quando aveva la cabina al mare (che pagava ai Fasciani) era una semplice giornalista senza scorta, non c'erano stati gli arresti di Nuova Alba che hanno portato alla condanna dei Fasciani anche se tutti sapevano chi fossero i Fasciani. Dunque, Federica Angeli non era una infiltrata ed era ben consapevole delle sue scelte .
Invieremo dunque un esposto al Questore di Roma, al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, nonché alla Procura, alla Squadra Mobile, al Nucleo Investigativo dei Carabinieri di via in Selci e al GICO della Gdf, chiedendo di chiarire la veridicità di tali affermazioni, perché sarebbe cosa assai grave che ci sia stata realmente una trattativa tra lo Stato e un poliziotto che "con i mafiosi ci andava a braccetto", con tanto di spesa di denaro pubblico (cioè dei cittadini). Insomma, una vera e propria trattativa Stato-Mafia che deve essere chiarita portando Federica Angeli a dimostrare quanto sostenuto.
Sempre secondo Federica Angeli, P.F. sarebbe stato un poliziotto che "con i mafiosi ci andava a braccetto". Tale affermazione della giornalista sarebbe motivata dal fatto che, sempre secondo Federica Angeli, "questo stesso ex poliziotto ha preso per almeno tre stagioni consecutive una pizzeria in gestione dentro lo stabilimento dei Fasciani, (il Village)" pagando dunque l'affitto del locale a uno dei clan che è stato poi condannato in primo grado per 416 bis. C'è da aggiungere che anche Federica Angeli ha avuto per anni con la sua famiglia una cabina al mare presso il Village ma, sempre secondo Federica Angeli questa era "cosa di cui sapevano nell'ordine: Procura, Squadra Mobile, Nucleo Investigativo dei Carabinieri di via in Selci e Gico, oltre a Repubblica, tutto nei loro rapporti messo nero su bianco". Non è chiaro perché Federica Angeli abbia scelto il Village come stabilimento, ma ciò che stupisce è che, dalla Procura ai Carabinieri, tutti fossero interessati a sapere dove trascorreva le vacanze al mare Federica Angeli. Inoltre, dal racconto della giornalista, si evince che tutti, dalla Procura ai Carabinieri, sapessero che i Fasciani erano mafiosi, tanto da essere così attenti di inserire nelle loro informative (?), "nero su bianco", che una giornalista prendeva il sole sulla spiaggia del Village. Peccato che Federica Angeli quando aveva la cabina al mare (che pagava ai Fasciani) era una semplice giornalista senza scorta, non c'erano stati gli arresti di Nuova Alba che hanno portato alla condanna dei Fasciani anche se tutti sapevano chi fossero i Fasciani. Dunque, Federica Angeli non era una infiltrata ed era ben consapevole delle sue scelte .
Invieremo dunque un esposto al Questore di Roma, al Ministro degli Interni, Angelino Alfano, nonché alla Procura, alla Squadra Mobile, al Nucleo Investigativo dei Carabinieri di via in Selci e al GICO della Gdf, chiedendo di chiarire la veridicità di tali affermazioni, perché sarebbe cosa assai grave che ci sia stata realmente una trattativa tra lo Stato e un poliziotto che "con i mafiosi ci andava a braccetto", con tanto di spesa di denaro pubblico (cioè dei cittadini). Insomma, una vera e propria trattativa Stato-Mafia che deve essere chiarita portando Federica Angeli a dimostrare quanto sostenuto.
lunedì 10 agosto 2015
OSTIA: MAFIA CAPITALE E LE BUGIE DI REPUBBLICA
"È un fatto che ci troviamo di fronte ad anni di denunce sottovalutate: dei cittadini, delle forze dell’ordine, perfino quelle emerse dalle ripetute inchieste della magistratura" (Corriere della Sera, 8 agosto 2015).
Ritorna un po’ di verità, verità su mafia capitale, sul malaffare di Ostia, che non è quella che racconta Repubblica tramite la sua giornalista Federica Angeli, frequentatrice dei Fasciani (clan mafioso di Ostia) e premiata da Andrea Tassone (PD, ex-presidente del Municipio X arrestato il 4 giugno 2015 per mafia capitale). Non è neppure quella del senatore Stefano Esposito, mandato a Ostia a coprire le malefatte del PD locale, lui, uomo di Moncalieri (To), feudo piemontese della 'ndrangheta. Antonio Turri risponde alle accuse di Federica Angeli e Stefano Esposito.
Ritorna un po’ di verità, verità su mafia capitale, sul malaffare di Ostia, che non è quella che racconta Repubblica tramite la sua giornalista Federica Angeli, frequentatrice dei Fasciani (clan mafioso di Ostia) e premiata da Andrea Tassone (PD, ex-presidente del Municipio X arrestato il 4 giugno 2015 per mafia capitale). Non è neppure quella del senatore Stefano Esposito, mandato a Ostia a coprire le malefatte del PD locale, lui, uomo di Moncalieri (To), feudo piemontese della 'ndrangheta. Antonio Turri risponde alle accuse di Federica Angeli e Stefano Esposito.