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lunedì 22 luglio 2019

FEDERICA ANGELI, INTERCETTAZIONI: 4 ANNI DI MENZOGNE DELLA "PALADINA DELLA LEGALITA'".


Federica Angeli, "a mano disarmata con l'unica arma: la penna". E' proprio il caso di dirlo. La macchina del fango della giornalista di La Repubblica e del PD nelle vicende che hanno portato al Commissariamento di Ostia nelle intercettazioni di Andrea Tassone emerse nel processo Mafia Capitale.

"Loro sapevano tutto, sapevano come sarebbero andate le cose da gennaio/febbraio 2015 fino al 28 agosto 2015, giorno del Commissariamento di Ostia. Io sono stato arrestato il 4 giugno". A parlare è Andrea Tassone, ex mini sindaco PD del Municipio X condannato a 5 anni nel processo Mafia Capitale. "Ero intercettato. C'erano giornalisti che mi comunicavano la volontà del  partito. Orfini in una intercettazione telefonica mi dice che non si può andare al voto ad Ostia perché ad Ostia le famiglie criminali si possono comprare tutti i voti. Come lo sapevano? Orfini quindi conosceva i metodi?" Sempre Orfini nelle intercettazioni rivela che "sono in grado di comprarsi una platea di 120mila elettori". Solo che nel Municipio X gli aventi diritto sono 185.661 divisi in 183 sezioni e alle ultime elezioni amministrative (2017) hanno votato in 62.378. Il M5S ha ottenuto 19.136 voti e il PD 8.686. Qualcosa non torna. Ma andiamo avanti.

Tassone si dimette il 18 marzo 2015 e sempre il 18 marzo la Procura di Roma chiede il suo arresto che però verrà eseguito solo il 4 giugno 2015, malgrado a pagina 418 dell'ordinanza di applicazione di misure cautelari firmata il 29 maggio 2015 dal GIP, dott.ssa Flavia Costantini, ci sia scritto: "nonostante la incensuratezza, si deve considerare che Tassone continua a esercitare il proprio ruolo di pubblico amministratore". L'affermazione è chiara: secondo la Procura bisognava arrestare Tassone quando ancora era presidente del X Municipio per evitare il pericolo concreto che da parte sua venissero reiterate condotte criminose, analoghe per gravità a quelle descritte nell'ordinanza stessa (Tutte le menzogne pubbliche imperdibili di quei mesi di Orfini ed Esposito sul caso Ostia-Tassone a questo LINK). Dunque, a differenza di quanto affermato pubblicamente da Federica Angeli (ricordiamolo, cronista di giudiziaria per La Repubblica), Ostia è stata commissariata per Andrea Tassone, perché il PD era infiltrato, e non per i clan, e nelle intercettazioni tra la Angeli e Andrea Tassone, proprio lei lo conferma come vedremo, ma la stampa mainstream si è adoperata, Angeli compresa, a non farlo sapere.

Il 12 marzo 2015 c'è una chiamata intercettata dai Carabinieri tra Andrea Tassone e Federica Angeli (che vantava sui social di incontrare spesso il Procuratore Capo della Repubblica di Roma, Giuseppe Pignatone e di aver visto addirittura sulla sua scrivania mandati di arresto contro delle persone, arresti mai avvenuti, nel suo solito stile macchina del fango). Nella telefonata Federica Angeli afferma: "Sta per succedere l'ira di Dio Andrea. L'unico modo che hai per salvarti è mandare via lui altrimenti cadi pure tu". "Lui" era Antonio Caliendo, Assessore PD del Municipio X. Andrea risponde che l'indomani, 13 marzo, invierà un messaggio a Matteo Orfini ma Federica Angeli gli consiglia di mandarlo solo ad Esposito (allora senatore, scelto come Commissario del PD di Ostia), visto che Esposito ragiona diversamente da Orfini ed è lui che deciderà sul suo futuro e aggiunge "mi fai questa cortesia? Ti fidi di me?" con tante "e" e punti esclamativi. E aggiunge "Chiama prima Esposito perché Orfini non sta facendo operazioni pulite neanche nei tuoi confronti, perché Orfini fa il triplo gioco" dalle ultime notizie in suo possesso e gli consiglia di leggersi il suo articolo di domani.

Il 15 marzo Federica Angeli scriverà sulla sua pagina facebook: "mi sveglio col sorriso. Oggi è uscito su Repubblica un articolo di un collega sulla situazione politica di Ostia. Alcuni pensieri. Ostia non verrà sciolta per mafia né dalla Commissione Prefettizia né dal PD. Il PD con cui ho avuto il piacere di confrontarmi per un mese nelle persone di Esposito e Orfini, ha totale fiducia e sottolineo totale fiducia nel presidente Andrea Tassone (però 3 giorni prima al telefono con Tassone sostiene il contrario e dice peste e corna di Orfini). Quanto all'azzeramento della giunta mi rivolgo al diretto interessato (di cui ovviamente non fa il nome, come si confà a chi non ha coraggio e teme le querele, in perfetto stile 'pizzino') e unico vero destinatario della decisione: nell'ultima riga del pezzo è scritta la tua e solo la tua fine politica". L'"unico vero destinatario" è ancora Antonio Caliendo, finito come tanti altri, nel tritacarne della macchina del fango di Federica Angeli e del quotidiano La Repubblica.
Andrea Tassone risponde a Federica Angeli "di esserci rimasto male anche per il comportamento di Alfonso Sabella (allora Assessore alla Legalità sotto il Sindaco Marino) a cui aveva chiesto di dargli una mano e fare determinate cose e che non si è mai fatto sentire. Federica Angeli commenta che le viene da vomitare e che gli fa veramente schifo (Sabella, magistrato, con il quale per un bel po' ne tesserà le lodi pubbliche sfilando con lui in ogni occasione), aggiungendo "mi fai questa cortesia e ti fidi di me?" Federica Angeli ribadisce a Tassone che si fida solo di Esposito e che alle 17.30 ha un appuntamento. In base a come andrà l'appuntamento farà l'articolo per Repubblica e chiede a Tassone se sia ricattato da Caliendo, se Caliendo sa delle cose sul suo conto che lo rendono ricattabile. Andrea risponde "assolutamente no" e che non aveva sfiduciato Caliendo perché voleva "qualcosa di concreto".
Quindi Andrea Tassone viene avvertito da Federica Angeli che sta per essere commissariato per mafia e che si deve liberare dell'Assessore Caliendo per salvarsi. Cioè, la cronista di giudiziaria compie un reato ascrivibile alla fuga di notizie? Perché? La sera del 4 marzo 2015 (cioè la settimana prima di questa telefonata intercettata) Caliendo viene chiamato urgentemente al Senato dal suo partito e gli viene chiesto di dare le dimissioni. Lui rifiuta categoricamente. Per cui inizia il pressing su Tassone affinché lo sfiduci e in questo quadro si inseriscono le parole intercettate di Federica Angeli de La Repubblica.

Poche ore dopo la telefonata tra Tassone e la Angeli, sempre secondo le intercettazioni, Matteo Orfini chiama Andrea Tassone e gli dice "che sarebbe sbagliato andare al voto perché metterebbe in condizioni questi di comprarsi le elezioni e che aveva già pronti in mattinata i comunicati su Caliendo". Quali comunicati ? "I comunicati che mi avevano fatto fare per far dimettere Caliendo", risponde Tassone. Orfini dice di voler aspettare a farli uscire perché se devono fare qualcosa di più radicale la faranno solo lunedì, 16 marzo 2015. Prima deve fare "degli incontri e deve parlare con il Sindaco Marino" che secondo Orfini "è molto preoccupato per questa vicenda perché se casca Ostia si scioglie Roma". "Intanto si azzera la giunta", dice Orfini a Tassone, e aggiunge che ha parlato "con Repubblica dicendo che se c'è azzeramento della giunta non è detto che qualcuno non lo si possa tenere". Passa poco tempo e in un'altra intercettazione Stefano Esposito dice a Tassone "Andava bene la tua intervista a Repubblica di stamane?" Tassone risponde "Sì" e dice che è stato fermato dal giornalista Simone Canettieri de Il Messaggero che lo ha accusato di parlare solo con Repubblica.

Caliendo non sarà mai sfiorato dall'inchiesta Mafia Capitale.  Federica Angeli, che non solo ha definito Tassone "la miglior amministrazione che io abbia mai visto" e lo ha elogiato pubblicamente a più riprese ( ad esempio LINK1 e LINK2), aveva messo in moto la macchina del fango contro Caliendo su Repubblica già il 19 febbraio 2015 (pochi giorni prima della nomina di Stefano Esposito a Commissario PD di Ostia) in cui riferendosi alle indagini della Procura sul X Municipio scrive: "Pare si comincino a delineare alcune responsabilità e su un assessore  -  unico neo di una giunta Pd ad oggi estranea all'inchiesta Mondo di mezzo  -  calano ombre pesanti. Sembra infatti che questo giovane assessore possa aver proseguito il lavoro sporco del direttore dell'ufficio tecnico della passata giunta, Aldo Papalini, arrestato qualche mese fa per corruzione e colluso con la malavita di Ostia". La diffamazione nei confronti di Antonio Caliendo verrà portata avanti dalla Angeli sulla sua pagina facebook altre volte, anche il 14 Maggio 2015 (LINK). Andrea Tassone, come abbiamo scritto sarà arrestato solo il 4 giugno e il Municipio X commissariato a fine agosto. Oggi sappiamo per certo che la giornalista di giudiziaria che ha spacciato sempre ogni suo post, libro e articolo su La Repubblica come unica fonte della verità, affermava pubblicamente di conoscere dettagli precisi su Caliendo, ma ignorava quelli di Tassone. Le cose sono due: o non sapeva niente e quindi come cronista di giudiziaria vale poco o sapeva e dunque ha mentito e fatto il doppio gioco, diffamando a piene mani per anni chiunque non fosse allineato alla sua falsa narrazione, quella del PD renziano di allora.
E' rispondente al codice deontologico il comportamento della Angeli che non si è nemmeno mai scusata con gli interessati? Ecco qui una carellata molto parziale di alcune delle imprese etiche di Federica Angeli, andate in onda con la complicità di Enzo Jacopino, Presidente Ordine dei Giornalisti (LINK 1 e LINK2)

Perché? C'era qualche verità da nascondere su richiesta del PD?  A leggere le parole di Orfini si direbbe di sì. In ballo c'era il commissariamento di Roma Capitale e la salvezza del PD. Cosa c'è dietro la costante esaltazione della propria autoreferenzialità? La conquista di un potere attraverso la qualunquistica delegittimazione dell'altro? Perché la Angeli può diffamare e calunniare chiunque, impunemente, senza conseguenze di carriera? Giornalisti al di sopra del codice penale e delle regole deontologiche? Giornalisti al soldo della politica? E' normale in una democrazia?

Un po' come nel caso delle intercettazioni tra Fava e Palamara: a colpire è la sicumera con cui Fava spiega a Palamara di avere il pieno controllo di quanto può trapelare grazie alla stampa amica e concorda con lui addirittura i tempi di uscita degli articoli.
Ma se lo fai notare, il mafioso sei tu e La Repubblica ti sbatte il (finto) mostro in prima pagina.

(tutti i virgolettati delle intercettazioni sono in atti depositati presso al Procura di Roma)