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mercoledì 24 agosto 2016

ODG, IACOPINO E L’ “ASSUNZIONE DI RESPONSABILITA’ ANCHE SUI SOCIAL”.

Angeli e Tassone (PD) al premio "Donna dell'anno"


Siamo abbastanza soddisfatti della risposta su twitter del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, al nostro comunicato del 22 Agosto (LINK). Riconosciamo lo sforzo volto a “riparare l’errore”, che ha coinvolto anche un Suo associato.  E siamo ancora più contenti di leggere le parole di Federica Angeli, cronista di nera e giudiziaria per La Repubblica, che sul suo account tw scrive: “Assunzione di responsabilità sempre e comunque. Anche sui social”, perché, come ha scritto un utente “Web non è zona franca. Ma un giornalista ha doppia responsabilità”.  

Ci auguriamo dunque che il Presidente voglia almeno esprimersi anche su una serie di esposti all’Ordine che presiede, presentati nel corso degli ultimi 3 anni, nei confronti della giornalista de La Repubblica Federica Angeli, che ha, ad avviso dei proponenti, violato più volte la Carta dei Doveri.  
A prescindere dalle questioni penali, la cui valutazione non coinvolge il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, chiediamo a Dott. Iacopino se da un punto di vista etico e morale la Sua iscritta, Federica Angeli, abbia avuto in questi ultimi anni un comportamento consono al ruolo che ricopre.

E’ obbligo dei giornalisti osservare
"la norma di legge dettata a tutela della personalità altrui", promuovere lo spirito di collaborazione tra colleghi, la cooperazione fra giornalisti ed editori, e la fiducia tra la stampa e i lettori", ottemperare al "dovere fondamentale di rispettare la persona, la sua dignità, il suo diritto alla riservatezza, non discriminando le persone per le condizioni fisiche o mentali e le opinioni politiche", e non scrivendo "riferimenti discriminatori, ingiuriosi e denigratori che attengono alla sfera privata" e lavorativa delle persone.

Ebbene, su facebook, in modalità pubblica (e dunque visibile a chiunque), pochi mesi dopo aver ritirato il premio di “Donna dell’anno” dalle mani di Andrea Tassone (PD), arrestato nell’inchiesta Mondo di Mezzo di Mafia Capitale, la Sua iscritta Angeli scriveva: “dai tutti insieme un applauso a questa piccola (nome e cognome giornalista X, che noi non riportiamo per rispetto ad una sua associata) che ha vinto una targa nel 2010, molto prima di me e con molti più meriti di me!!!! (mortacci che gente)”. E poi proseguiva scrivendo “scusa però mi sa che ti sei persa l'intervento del direttore di (nome della testata più nome e cognome della Giornalista C, che non riportiamo per rispetto ad un’altra Sua associata), moglie del proprietario di (nome della testata) [FALSO, n.d.r. di Luna Nuova] e dunque diventata sicuramente per meriti direttore, o comunque con estrema fatica, un po' come noi . Rispondeva l’utente A: “che stoccata verso (nome e cognome della Giornalista C)
F. Angeli: “guardate i premi della (cognome della giornalista C) ma di che stiamo parlando...io a quello dell'anfass non c'arriverò mai... su quella della Lipu....sorvolo!!!!”
Utente A: “ahahhaha quanto rido per la lipu.... :-)”
F. Angeli: “quello della Lipu è meraviglioso!!!” “posso fare una domanda sulla Lipu?”
Utente A: “falla”
F. Angeli: “La domanda è: il riconoscimento della Lipu, in cosa consiste?” “Ok, mi sono informata. So cosa ha vinto con la Lipu (nome e cognome Giornalista C)
Utente A: “ha dato una mano agli uccelli in via di estinzione...”
F. Angeli “ahahahahaha” “gli uccelli le hanno dato una mano quando ha vinto il premio”.
Utente A: “è una donna fine....” “ma l'uccellin della commare c'era alla premiazione? o si è estinto?”
F. Angeli: “è sparito, con la premiata della Lipu. e con questa vi saluto”
Utente A: “ahahahaha”
Utente B: “Federica, non ci credo che non vuoi na targa per gli uccelli...che delusione...cmq quanta "povera" gente che c'è al mondo...ma queste non hanno un azzo da fare nella vita eh?”
Utente A: “hanno fatto un figlio. il pulcino pio”
F. Angeli: “ahahahaha. (nome utente B) ma io il premio della Lipu me lo compro! o meglio: l'ho già vinto quando sono venuta al mondo …. ma sti cazzi alla fine intanto fino all'8 marzo 2015 la donna dell'anno sono io e non ce n'è per nessuna
Utente B: “ne hanno presi troppo pochi, evidentemente... ti rispondo con la mia solita finezza ;-)”
Utente A: “fai un altra inchiesta ti prego”
F. Angeli: “comunque ora sul premio Lipu mi sono intestardita e voglio andare fino in fondo!!!”

Questa conversazione, ben più volgare del titolo “Il trio delle cicciottelle”, contro una Sua associata da parte di una professionista  che ha preso il premio “Donna dell’anno”, è stata indirizzata ad una donna dell’informazione, volto noto ad Ostia e non solo. Sempre negli stessi giorni, rivolgendosi ad un altro Suo associato, notissimo professionista dell’informazione, scriveva: "PER (nome e cognome del giornalista Y, che noi non riportiamo per rispetto ad un suo associato) DA FEDERICA ANGELI - Mi spiace non potermi dedicare ad Ostia per darti lezioni di giornalismo. Avresti molto da imparare. Purtroppo ho casi nazionali da seguire non minchiate. Sei una persona piccola. Arrenditi. Sei un meschino, mio caro piccolo cronista di cui nessuno sa davvero il poco spessore umano e professionale che nascondi. Sei scandaloso. Vergognati. Almeno una volta ogni due mesi. POTETE CONDIVIDERE. GRAZIE"  e poi proseguiva nel definirlo “Colluso” “Fazioso” “Mister Merda” “meschino” “piccolo uomo” “mavattelapijainderculo” “Se ci sei tu ok. Basta che non ci sia (cognome Giornalista Y) che non si può leggere … Lo dice anche la barista sotto casa mia … ah dottore’ ma lei lo conosce? Beh allora lei glielo dica che nun se po’ legge sto (cognome Giornalista Y). Imparerà. E’ alle prime armi il ragazzo, si farà …" “ma del resto da uno che plaude (nome e cognome Giornalista Y), cosa ci si può aspettare?"
Intervenire sulla “realtà per creare immagini artificiose, non parlando dei fatti e non producendo prove” è una violazione della Carta dei Doveri. Ebbene, sempre a titolo meramente esemplificativo, Le chiediamo un Suo parere nei seguenti casi:
 
1) La giornalista Federica Angeli ha sostenuto, sempre su web, nello specifico sulla sua pagina fan di facebook che è pubblica (oltre che sul suo account TW collegato a Fb, che conta oltre 28.000 follower), di aver visto enl 2014 sulla scrivania del Procuratore Capo, G. Pignatone, un avviso di garanzia per 416bis rivolto ad un cittadino impegnato da anni nel sociale. Un falso, dato che alla data odierna, 23 agosto 2016, il cittadino (di cui non riportiamo il nome per rispetto alla sua persona), non ha mai ricevuto alcun avviso di garanzia per 416bis. Non solo. Sempre questo cittadino è stato oggetto di un altro falso della Angeli, riportato non solo su web ma anche sul suo libro “Io non taccio”,
e cioè che era stato denunciato dall’ex minisindaco, Andrea Tassone (PD, arrestato nell'inchiesta Mondo di Mezzo di Mafia Capitale) per “minacce”. Dagli atti della Procura Tassone aveva denunciato il cittadino per diffamazione e non per minacce e il PM Sergio Colaiocco ha chiesto l’archiviazione, archiviazione alla quale Tassone non si è opposto. La Angeli ha sostenuto per mesi e mesi di aver visto non solo la denuncia, ma anche il ‘corpo del reato’, cioè la minaccia.
 
2) La Sua associata, Federica Angeli, si è così espressa nei confronti dei commercianti che protestavano contro la pedonalizzazione, voluta dall’ex minisindaco arrestato, Andrea Tassone (PD), per l’assenza di concertazione e grave perdita di incassi, scrivendo:
"Sono rimasti da soli. E ora gli tornerà addosso tutto il fango e il veleno sparso con la potenza dello Tsunami. Psicolabili, sociopatici, che usano mezzi mafiosi per intimidire chi fa bene il suo lavoro. Guai a chi vi tocca Sesa (capogruppo del PD sotto la giunta Tassone, n.d.r.). La migliore amministrazione che abbia mai visto [...] i trombati starebbero bene in carcere. Solo lì” e seguitava a scrivere Quanto hanno fatto oggi 12 persone [FALSO, almeno 120 n.d.r. di Luna Nuova, visibile su youtube] inscenando una lugubre manifestazione contro il tuo (riferito a Tassone n.d.r. di Luna Nuova) impegno è scandaloso".

Come Lei ben sa, Presidente Iacopino, il giornalista “deve rispettare, coltivare e difendere il diritto all'informazione di tutti i cittadini; per questo ricerca e diffonde ogni notizia o informazione che ritenga di pubblico interesse, nel rispetto della verità e con la maggiore accuratezza possibile. Il giornalista ricerca e diffonde le notizie di pubblico interesse nonostante gli ostacoli che possono essere frapposti al suo lavoro e compie ogni sforzo per garantire al cittadino la conoscenza ed il controllo degli atti pubblici”. A tale proposito, Le chiediamo se questo dovere sia stato violato dalla giornalista Federica Angeli ad esempio nel seguente caso (che riportiamo sempre a titolo meramente esemplificativo): Con delibera di Giunta, il Municipio X, a guida Tassone, ha concesso un terreno destinato ad un asilo nido e ad una materna ad un privato che ha realizzato un parcheggio a servizio del suo supermercato e per questa ragione la Magistratura ha fatto sequestrare l’area. Uno scandalo denunciato dai comitati di quartiere. A questo episodio si sono aggiunti: la non ratifica del Protocollo dell'associazione antimafia DaSud da parte della giunta municipale; l'assenza di promozione di buone pratiche nella lotta alle mafie nel Municipio X, a partire dalla gestione degli appalti pubblici; il caos sul bando delle spiagge libere e l’affidamento diretto di spiagge; la movimentazione occulta della sabbia; i lavori in somma urgenza su tutte le opere stradali; discutibili cambi di destinazione d’uso da pubblico a privato; scelte non partecipate con la cittadinanza; appalti controversi in ambito di cultura e sociale e soprattutto la poca trasparenza dell’allora amministrazione targata PD. La giornalista Federica Angeli, premiata da quella amministrazione come “Donna dell’anno”, non scriverà nemmeno una riga su tutto questo (cosa legittima), ma scriverà sulla sua pagina fan in quei giorni, rivolgendosi al minisindaco, poi arrestato, Tassone: “La migliore amministrazione che abbia mai visto” falsa l’accusa “di fare il gioco dei potenti, di gestire il bene pubblico come fosse bene privato e di fare il gioco del malaffare, proseguendo quanto avevano fatto i predecessori”. Il marcio “Non c'era e non c’è”. “Ho osservato il tuo lavoro di questi mesi. La tua onestà e il tuo dire no a pressioni e lobby non l’ho mai trovata in nessun politico”. “Vai avanti così. Sei davvero grande. Pulito. Forte. Determinato”. “Viva te e il tuo staff. Perché ci avete dimostrato che la politica è pulita. Sempre a fianco di chi si batte per il bene di un quartiere per troppo tempo abituato a favoritismi e mafiosità. Grazie a nome dei tantissimi che sono con te”. E poi ancora: “"Sono tutte cazzate. Su Andrea Tassone metto io la mano sul fuoco. È di un onestà intellettuale imbarazzante. Come è andata la questione Tassone lo sappiamo bene tutti. Poi ci sono i vili che da oltre un anno lo vogliono fuori che hanno fatto di queste intercettazioni un uso strumentale e politico di bassa lega. In ogni caso tu fidati solo della Procura. E ragiona: se ci fossero stati gravi indizi di colpevolezza contro Tassone, Pignatone lo avrebbe indagato. Non l'ha fatto. Perché Tassone è uno che la mafia la combatte davvero. Diciamo che il fatto già non sussiste. È finito nel tritacarne della stampa. A Buzzi ha chiesto di assumere a 350 euro un disgraziato di Acilia che aveva perso il posto di lavoro per raccogliere foglie. E siccome io le carte le ho lette e la giudiziaria la faccio da venti anni so di cosa parlo. Andrea Tassone è pulito." Poi, dopo le dimissioni di Tassone, avvenute prima dell'arresto del 4 giugno 2015, la Sua associata, Federica Angeli, cambia versione, affermando “di aver saputo “tutto fin dall'inizio”, ma di aver 'bluffato' per smascherarlo per poi ricambiare versione sostenendo che era stata raggirata da Tassone. Non lo aveva dunque smascherato, ma era stata raggirata. Sembra quasi un inganno della fede pubblica.

E’ obbligo inderogabile del giornalista il rispetto della verità sostanziale dei fatti.
Il dovere più pregnante del giornalista e caposaldo del diritto di cronaca è il dovere di verità, considerato sia dalla L. n. 69/1963 che dalla stessa Carta dei Doveri quale obbligo inderogabile”. Su questo punto Le chiediamo di darci la Sua opinione sui seguenti fatti (sempre a titolo meramente esemplificativo).

Ad un certo punto, sulla pagina fan di Federica Angeli è stato pubblicato un documento in formato immagine, con il seguente testo "Il documento dell'FBI con l'arresto in USA di X” (come negli altri casi non scriveremo il nome per esteso). Il documento, quasi illeggibile, riportava però chiaramente in alto a destra la seguente dicitura "Record of deportable/inadmissible alien". Dunque, non era un documento di arresto dell'FBI, bensì un documento statunitense, interno ICE, compilato da un INS prosecutor, impiegato nella 'homeland security'. Come gli operatori dell’informazione sanno, nessuna agenzia americana invia notizie a giornalisti su notizie di reato per iscritto, tanto meno su carta intestata. Tali informazioni passerebbero al limite tra le competenti forze di polizia in maniera informale in assenza di rogatoria internazionale, ma sicuramente non vengono inviate su carta intestata. La probabile soffiata da parte di un agente dell'FBI ad un giornalista ci potrebbe forse anche essere, ma non se ne comprende l'importanza della notizia nel caso specifico se non per una vicinanza e conoscenza personale e comunque una soffiata è una soffiata e non certo su carta intestata. L'FBI non si occupa di espulsioni di cittadini stranieri in prima persona, anche se ciò non toglie che possa detenere informazioni che altre agenzia producono, tipo ad esempio la polizia di frontiera oppure la 'homeland security' (come in questo caso).  In tutti i casi la pubblicazione attinenti notizie riservate di persone fisiche sottostanno alla legge sulla privacy IPP negli Stati Uniti e le pene per la divulgazione di tali informazioni sono molto severe. E' difficile per gli stessi americani che lavorano in enti amministrativi sapere dai colleghi le ragioni di un rifiuto di un semplice visto e per altro loro non sono autorizzati a rivelarlo a terzi pena anche il licenziamento. Sono notizie che non possono essere divulgate al di fuori dell'ufficio competente, come in questo caso, essendo un documento interno. Inoltre, un impiegato che ha accesso a notizie attinenti la privacy è monitorato negli accessi e può venire a conoscenza di notizie solo se sono attinenti al suo lavoro. Non può fare una ricerca nei database per esempio senza essere autorizzato. Se la notizia fosse vera e la persona fosse stata espulsa per aver commesso un reato ci dovrebbe essere obbligatoriamente allegata al record una sentenza. La sentenza è pubblica (ma noi non l'abbiamo trovata), ma l'FBI con le sentenze non c'entra niente. Il record in oggetto precede caso mai la sentenza di espulsione. È di fatto il rapporto che si prepara con le notizie di reato. Aggiungiamo che il modulo della 'homeland security', viene redatto anche per chi rimane negli USA dopo la scadenza del permesso di soggiorno. Se vengono compiuti ulteriori reati nel territorio statunitense, al documento in oggetto verrebbero aggiunti degli allegati.
Quindi la pubblicazione di un tale atto non è legale anche se il documento fosse vero. Non è pubblico e non è pubblicabile. Il fatto che su Internet si trovino documenti analoghi è irrilevante in quanto, come è facile verificare, non si riesce a risalire alla fonte, cioè a chi li ha postati e sono documenti identici a quello in ipotesi, documenti prodotti dall' 'homeland security' e non dall'FBI. Dunque, non è un documento di arresto da parte dell'FBI, non è pubblico e non è pubblicabile.

Proseguiamo con un altro esempio. Dal 2013 la sua associata, Federica Angeli, fa piovere patenti di mafiosità come nel periodo dei monsoni. Dare del mafioso a qualcuno senza prove è un reato. La Angeli da moltissimi mesi asserisce che Luna Nuova sia un'associazione antimafia costituitasi allo scopo di trarre profitto, arrivando a sostenere, in tandem con il Sen. del PD, Stefano Esposito, che Luna Nuova si fosse costituita parte civile alla prima udienza del processo Mafia-Capitale. L’elenco delle 52 associazioni/enti che lo hanno fatto è pubblico e ovviamente Luna Nuova non c'è, semplicemente perché non solo non è un'associazione antimafia, ma neppure un'associazione, come è ben specificato sul blog di Luna Nuova (LINK) e come ben sa la sua associata dal 2013. E’ solo un manifesto sottoscritto da oltre 900 cittadini. Non torniamo sulla questione del comunicato della Questura che riteniamo chiarita.

Sempre a proposito dell’obbligo inderogabile della verità, la sua associata, Federica Angeli, ha affermato che  "Io non posso andare più in nessun stabilimento di Ostia da quando vivo così". Peccato che mentre lo scriveva frequentava un notissimo stabilimento balneare, “Il Venezia”, con la sua famiglia. Perché negarlo quando decine di persone sono state testimoni oculari? Per altro, la Angeli ha frequentato per anni lo stabilimento Village dei Fasciani (l'unico clan sino ad oggi condannato per Mafia), tanto che la Angeli ha scritto più volte sul loro conto, riconoscendone addirittura "un codice d'onore [...] perché credimi, i Fasciani sono solo più esposti di altri. E quelli con un codice d'onore vero, che i Triassi e gli Spada non avranno mai" e ottenendo apprezzamenti pubblici di Silvia Fasciani e manifestando l'interesse di scrivere un libro con loro.
 
Sull’uso disinvolto delle fonti della Sua associata abbiamo già parlato. Triste vedere che la battaglia che Lei, Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, vuole portare avanti contro i fake sul web, abbia visto la Sua associata utilizzarli per confezionare articoli per La Repubblica, motivo per cui è stata denunciata all’Ordine per violazione della Carta di Treviso sulla tutela dei minori e della Carta dei Doveri dei Giornalisti, senza ricevere alcuna risposta (LINK). Ci chiediamo, inoltre, come molti cittadini del Municipio X, perché la Angeli sostenga che il reato di diffamazione non esista per facebook USA, cosa che, come sanno tutti, è una baggianata. Se facebook può avere un differente metro di misura sulla questione della diffamazione, ce l’ha invece molto chiaro (e su questo è rigido) nei confronti dell’incitamento all’odio. Proprio con tale motivazione la pagina della Sua assistita Angeli è stata oscurata per oltre due settimane e molti suoi post sono stati cancellati “per incitamento all’odio”, post che evitiamo di riportare perché particolarmente gravi e oggetto di indagini molto delicate da parte degli organi inquirenti.

Ci fermiamo qui. Attendiamo fiduciosi un Suo parere, nei termini e nei modi che riterrà opportuni, ma siamo certi, che come accaduto il 22/08, non mancherà di valutare quanto da noi esposto, fatti  di cui abbiamo le c.d. ‘pezze d’appoggio’ e rimaniamo a Sua disposizione per la documentazione, se lo riterrà opportuno. Riportare dei fatti non è reato di diffamazione, come afferma invece la Angeli che ha qualche problema evidente con il diritto di critica.  Il rapporto di fiducia tra gli organi d'informazione e i cittadini è la base del lavoro di ogni giornalista, ma anche dei cittadini che vogliono impegnarsi nel sociale. Valori di verità, di lealtà, che noi condividiamo e cerchiamo di applicare ogni giorno negli spazi di resistenza. Nessuno si deve sentire intoccabile, né può pensare di dire o fare quello che vuole impunemente, soprattutto un giornalista. Ciascuno deve assumersi la proprie responsabilità, soprattutto quelle etiche e morali, sempre e comunque. Anche sui social, appunto.

lunedì 22 agosto 2016

I MAFIOSI E LA DIFFAMAZIONE DI IACOPINO, PRESIDENTE ORDINE DEI GIORNALISTI


In data 21 Agosto 2016, alle 20:45, il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Enzo Iacopino, ha scritto sul suo account twitter una frase molto grave: “SETTE MAFIOSI DEL WEB colpiti. Insopportabili e vili”, allegando un comunicato della questuraufficiostampa.rm@poliziadistato.it, datato 9 marzo 2016, comunicato che è stato rimosso dalla Questura perché conteneva una serie di affermazioni false, oltre a violare il segreto istruttorio.

Incomprensibile dunque la frase di Iacopino, soprattutto perché il comunicato della Questura non parlava di “mafiosi”, ma di reato di diffamazione. Non solo a distanza di quasi 6 mesi alcune delle persone citate non hanno ricevuto, contrariamente a quanto si sosteneva nel comunicato, alcuna notifica di informazione di garanzia sul diritto di difesa, ma nemmeno il decreto di sequestro preventivo dei loro profili facebook. A tutt’oggi (come avrebbe potuto facilmente verificare Iacopino a prescindere dunque dalle nostre sollecitazioni), non è stato oscurato alcun profilo, nemmeno quello di Luna Nuova che ha chiesto per ore al Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di “riparare all’errore” dovere previsto dai precetti deontologici, cosa che Iacopino non ha fatto nonostante Luna Nuova avesse inviato un comunicato stampa di chiarimento il 15 marzo 2016 (LINK). Informiamo Iacopino che il reato di diffamazione esiste per facebook, anche negli Stati Uniti, che per i “7 mafiosi” non è stata mai chiesta la rogatoria internazionale e che la Polizia Postale (fonte accesso agli atti) non ha proceduto a fare alcuna indagine su nessuno dei “7 MAFIOSI” per diffamazione.

A rendere la cosa ancora più grave è il fatto che uno dei “SETTE MAFIOSI DEL WEB” è il giornalista Giulio Mancini de Il Messaggero, iscritto all’Ordine di cui Iacopino è Presidente, che ha vinto il ricorso al Tribunale di Riesame sul decreto di sequestro preventivo del suo account facebook.
A questo punto abbiamo chiesto pubblicamente a Iacopino a chi dovesse essere inviata la segnalazione all’Ordine sul suo comportamento, in palese violazione di diversi articoli del Codice Deontologico, non ricevendo alcuna risposta.

A prescindere dalla gravità dell’affermazione di Iacopino (ricordiamo che dare del mafioso è reato e che esistono delle sedi opportune per le denunce), ricordiamo che l’Ordine dei Giornalisti è un ente pubblico a struttura associativa e che il Presidente dovrebbe essere ‘super-partes’, garante del Codice Deontologico, e che non dovrebbe mai ledere la dignità professionale di un suo associato per difendere quella di un’altra associata. Inoltre, gli ricordiamo che è Presidente di un Ordine, non un Giudice dei Tribunale; che in Italia esistono tre gradi di giudizio; che non è nemmeno una portinaia che dice parole in libertà. E’ suo dovere, per il ruolo che ricopre, il rispetto della verità dei fatti. Mentre tra i “7 mafiosi” ci sono persone nel cui ex 335 (notizie di reato) non risulta alcuna iscrizione nel registro degli indagati dopo quasi 6 mesi, la sua iscritta, Federica Angeli, è indagata dal 2014 per reati commessi nei confronti di alcuni dei “7 mafiosi”, in particolare art. 595 co 3 c.p.p., art. 660 c.p.p., art. 612bis c.p.p., art. 368 c.p.p. e che le è stato notificato recentemente il 415bis c.p.p..
Infine, in merito alla sua battaglia contro i fake su web facciamo presente che sempre la sua iscritta ha confezionato articoli per La Repubblica utilizzando come fonte dei fake (guarda caso iscritti del PD), regolarmente denunciati all’Ordine che presiede, su cui ovviamente non ha dato risposta.
Ci pare evidente che Iacopino (che "sognava di fare il magistrato ma che forse non ne aveva le qualità", sua cit.) non sia, alla luce dei fatti, una figura di garanzia per i suoi associati, oltre che per i lettori. Oggi è toccato al giornalista Giulio Mancini, domani chissà. Poi ci sarebbero i cittadini che lottano per mantenere luoghi di resistenza, ma per Iacopino non contano, li si può definire "mafiosi" a sbafo.

sabato 13 agosto 2016

OSTIA, RISORSE PER ROMA E IL MEGA STIPENDIO DI MASSIMO BARTOLI

Altro che la polemica del PD sui compensi del giudice Carla Romana Raineri, chiamata dalla sindaca Raggi (M5S) come Capo Gabinetto. C'è una storia su Marino e sul PD che nessuno racconta, da leggere fino in fondo per capirne il complesso intreccio di poteri instaurato.
Ricordate la folla acclamante Marino e la foto (qui riprodotta) di 'cittadini' che abbracciavano il sindaco sotto il Campidoglio? Centinaia di fan con slogan e cartelli e Marino che disse, ringraziandoli su Facebook: "Ho pianto, siete un patrimonio che Roma non può perdere". Ebbene le due persone, moglie e marito, sono i genitori di Massimo Bartoli, di professione commercialista, attuale Presidente e Amministratore Delegato di Risorse per Roma, la società nata nel 1995 per gestire le attività di alienazione del patrimonio immobiliare capitolino e diventata poi braccio operativo dell'amministrazione nella pianificazione territoriale. Bartoli percepisce oltre 215 mila euro l'anno ed è stato tesoriere della Lista Civica Marino nelle elezioni del 2013, avendo già fatto parte del comitato elettorale del Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (con cui aveva avuto anche un passato quando Zingaretti era Presidente della Provincia di Roma). Risorse per Roma è un 'carrozzone' passivo per le casse del Comune di Roma. Nella delibera del
bilancio previsionale 2016­2018 per “i servizi erogati dalle partecipate”, l'Organo di revisione del Comune di Roma tra le altre cose ha anche evidenziato che, dopo Ama e Atac, nella classifica delle società di servizi più onerose per il Comune c'è proprio Risorse per Roma. Nel bilancio 2014, l'azienda risulta in perdita per 936 mila euro e, secondo i revisori, l'onere 2016 per le casse del Comune relativo ai servizi resi da Risorse per Roma sarà di 40 milioni.
Prima di Risorse per Roma, Massimo Bartoli, era stato nominato dirigente di Roma Capitale ('direttore esecutivo') sempre dal Sindaco Ignazio Marino, con una retribuzione di 129 mila euro lordi l'anno, "nonostante vi fosse un evidente vizio di inconferibilità, avendo il direttore esecutivo svolto precedentemente la funzione di Presidente di un ente della Provincia di Roma".
Legato a Marino, legato a Zingaretti, legato al PD, Bartoli ha preso anche il controllo con Risorse per Roma del litorale romano (cioè Ostia) grazie alla delibera del 18 dicembre 2015 approvata dalla Commissione Prefettizia installatasi ad Ostia per i fatti di criminalità e di Mafia Capitale (che hanno visto l'arresto del mini-sindaco, Andrea Tassone, PD).
Grazie a tale delibera, per verificare tutta la situazione del litorale, è stata costituita una task force composta da tecnici del municipio, dalla Capitaneria di porto, dall'Agenzia del Demanio dello Stato e dalla Polizia Locale del X Gruppo Mare, con il supporto tecnico­ amministrativo appunto di Risorse per Roma, una società che è stata investita di quest'attività mediante un contratto pubblico (150 mila euro tanto per iniziare). E' con questa task force che si sono condotte le attività ispettive sugli stabilimenti balneari. Praticamente Risorse per Roma sta 'classificando' tutto quello che esiste sui 18 chilometri di litorale romano, dall'Idroscalo a Capocotta. Una banca dati enorme, indispensabile per definire il futuro del litorale romano dopo la sentenza della Corte di Giustizia Europea (sui provvedimenti di proroga delle concessioni demaniali marittime) e dopo l'approvazione da parte della Giunta Regionale del Lazio del Regolamento per la legge del 6 agosto 2015 che regolamenta tutte le spiagge laziali (compresa Roma), legge e regolamento usciti dagli uffici dell'Assessore Regionale, Guido Fabiani, il cui Capo Segreteria è quel Paolo Orneli (PD) da sempre presente sul litorale (prima come mini-sindaco, poi come delegato del sindaco e per ultimo come capogruppo del PD ostiense).
Insomma, un bel potere in mano al super-pagato Massimo Bartoli di controllo nella grande partita dei beni demaniali. Ricordiamo che a Bartoli è stato dato l'incarico di gestire le dismissioni immobiliari del Comune di Roma e di smaltire gli arretrati del condono edilizio di tutta Roma. Risorse per Roma, da sempre nelle mani del PD, è poi 'caduta' in quelle di Alemanno ed è stata portata sui titoli di giornale perché il precedente Amministratore Delegato, Domenico Kappler (nominato da Alemanno nel 2012 e sostituito con Bartoli da Marino nel 2014) è stato circa un mese fa arrestato in una maxi operazione contro la 'ndrangheta calabrese.
Viene da concludere che davanti a simili intrecci di potere, con nomine politiche discutibili, è rassicurante per un cittadino avere come Capo Gabinetto un Giudice in aspettativa come Carla Romana Raineri.

lunedì 8 agosto 2016

MAFIA CAPITALE E IL DEPISTAGGIO DI REPUBBLICA: DA TASSONE (PD) ALLA MURARO (M5S), UNA LUNGA SCIA DI FANGO.

Il post cancellato da Federica Angeli
in cui esalta Tassone, arrestato 
tre mesi dopo in Mafia Capitale.
Ieri il giornalista Franco Bechis, in un video disponibile sulla sua pagina Facebook, ha rivolto pesanti e condivisibili affermazioni nei confronti della giornalista Federica Angeli del quotidiano La Repubblica a proposito della questione rifiuti a Roma e il caso dell'assessore Paola Muraro (M5S): “si vede con scientificità cos’è la macchina del fango. La macchina del fango vera e propria la vediamo sui giornali di oggi … perché i giornali sono pieni di notizie false, costruite ad arte. Come avete visto spuntano all’improvviso dei brani delle vicende di Mafia Capitale dove è intercettata la Muraro. Quei brani sono tirati fuori, lo vedrete su un articolo di Repubblica, per altro firmato da una collega, co-firmato da una collega, che fu la stessa a tirar fuori proprio in extremis quell’esposto farlocco su Virginia Raggi, che puntava a farla diventare indagata il giorno stesso del voto. Bene, questa collega tira fuori oggi delle intercettazioni tratte dai brogliacci di due anni fa di Mafia Capitale dicendo <> su quei brogliacci. Bene, è falso. La Procura più volte ha smentito …ma questa è una tecnica giornalistica delle più utilizzate. Quando c’è qualcuno un po’ antipatico ti inventi anche l’ennesima inchiesta del caso. […] Tutto quello che leggete in queste ore è inventato, sono balle. […] in una regia che sembra quasi fatta di squadra … pieni di elementi falsi. Una vera macchina del fango … balle prefabbricate".

Ad Ostia conosciamo bene questa tecnica impiegata dalla giornalista Federica Angeli che meriterebbe, per l'uso che fa dei social network, il premio di miglior clickbait dell'anno, intendendo con tale termine ("esca da click") il tentativo di ingannare il lettore che, seguendo un titolo con toni ed espressioni altisonanti, 'clicka' una notizia senza grandi contenuti. Lo scopo di tale tecnica è di aumentare i click ai propri siti, un metodo più consono ad un sito commerciale, ma non certamente ad un quotidiano dell’informazione come La Repubblica nella sua edizione online. Sarà la magistratura inquirente a fare chiarezza, se riterrà in futuro, sul caso Muraro, non certo i click ricevuti dagli articoli della Angeli. Per ora, la Procura si è limitata a dire che non c'è nulla di penalmente rilevante nelle telefonate tra la Muraro e Salvatore Buzzi.
Quello che ci preme rimarcare è però un'altra cosa e cioè che La Repubblica, con la giornalista Federica Angeli, non ha rivolto la stessa quotidiana e morbosa attenzione nei confronti delle telefonate intercorse tra Andrea Tassone (PD) e Salvatore Buzzi, che hanno portato il mini-sindaco di Ostia agli arresti domiciliari per Mafia Capitale. Anzi, il 18 dicembre 2014, la Angeli scriveva sulla propria pagina pubblica di Facebook, quanto segue (come riportato anche nell’immagine):
"Sono tutte cazzate. Su Andrea Tassone metto io la mano sul fuoco. È di un onestà intellettuale imbarazzante. Come è andata la questione Tassone lo sappiamo bene tutti. Poi ci sono i vili che da oltre un anno lo vogliono fuori che hanno fatto di queste intercettazioni un uso strumentale e politico di bassa lega. In ogni caso tu fidati solo della Procura. E ragiona: se ci fossero stati gravi indizi di colpevolezza contro Tassone, Pignatone lo avrebbe indagato. Non l'ha fatto. Perché Tassone è uno che la mafia la combatte davvero. Diciamo che il fatto già non sussiste. È finito nel tritacarne della stampa. A Buzzi ha chiesto di assumere a 350 euro un disgraziato di Acilia che aveva perso il posto di lavoro per raccogliere foglie. E siccome io le carte le ho lette e la giudiziaria la faccio da venti anni so di cosa parlo. Andrea Tassone è pulito."
Così non è stato. Appena tre mesi dopo queste dichiarazioni della Angeli, il 18 marzo 2015 Pignatone firmerà gli arresti (in carcere) di Tassone che, consigliato da un PD paragnosta, darà le dimissioni proprio lo stesso giorno. Tassone sarà arrestato il 4 giugno, ma ai domiciliari, perché dimessosi, coincidenza vuole, proprio il 18 marzo, e dunque non più in grado di 'reiterare' il reato. Ma in politica si sa le coincidenze non esistono. Deve essere stato un shock per la Angeli che aveva più volte e in più occasioni definito Tassone "la miglior amministrazione mai vista".

Nel gioco dei due pesi e due misure (molto caro alla Angeli), ricordiamo che il capo della redazione romana del quotidiano La Repubblica, Giuseppe Cerasa, risulta nelle intercettazioni di Mafia Capitale: "... nella conversazione tra il boss di Mafia Capitale, Salvatore Buzzi, e l’uomo forte del Pd di Roma, Luca Odevaine, ... Cerasa è nominato solo come uomo cui si sarebbe dovuto rivolgere l’europarlamentare PD Goffredo Bettini, per chiedergli di occuparsi della storia del Cara di Castelnuovo di Porto, che stava molto a cuore all’associazione a delinquere romana..." Anche Cerasa non è indagato, come la Muraro, ma evidentemente il direttore Cerasa se ne deve essere dimenticato, visto il trattamento riservato sul suo quotidiano alla Muraro.

Federica Angeli e Mario Palazzi
La macchina del fango del quotidiano La Repubblica, con la sua giornalista Federica Angeli, ad Ostia ha colpito molti. Vale la pena ricordare che una cronista di giudiziaria si rapporta quotidianamente con i magistrati inquirenti, cioè i Pubblici Ministeri a cui la Procura delega le indagini. La Angeli ha sempre esibito il suo stretto rapporto con alcuni PM, come ad esempio Mario Palazzi, con il quale si è fatta fotografare più volte a diverse iniziative. Palazzi, lo ricordiamo, ha in mano moltissime indagini che riguardano il territorio di Ostia, tra cui anche la questione dello stabilimento Orsa Maggiore, dove la Angeli afferma di essere stata sequestrata da Armando Spada. Siamo certi che Federica Angeli non sia parte coinvolta nel processo, altrimenti non si sarebbe fatta fotografare con il PM che segue l’inchiesta. Sarebbe deontologicamente poco corretto, per usare un eufemismo.
Dunque, le critiche di Bechis sulla correttezza deontologica della Angeli sono ben note ad Ostia. La Angeli, ad esempio, ha cancellato i commenti su Tassone sopra riportati dopo che aveva preso coscienza della gravità del loro contenuto. Il post ancora esiste ed è raggiungibile su Facebook seppure nella versione epurata. Per chi volesse verificare, abbiamo invece conservato la versione integrale, salvata in data 19 dicembre 2014 con tutti gli indirizzi dei commenti della Angeli poi cancellati (1). Ma non è il solo caso. E’ una pratica che la giornalista de La Repubblica ha messo in atto spesso negli ultimi 3 anni, dallo scoppio di Mafia Capitale. E’ successo anche con il caso di Luna Nuova quando scrisse che la pagina Facebook di chi vi scrive era stata oscurata il 9 marzo 2016 (!), cosa mai avvenuta. La lista di chi è stato colpito dalla sua macchina del fango è lunga. L’importante però è che alla fine la verità venga a galla.

(1) p.es., l'indirizzo del commento della Angeli "E siccome io le carte le ho lette e la giudiziaria la faccio da venti anni so di cosa parlo. Andrea Tassone è pulito" è questo, seppure non più raggiungibile: https://www.facebook.com/AngeliFederica/posts/801068126618577?reply_comment_id=801356033256453&total_comments=7